"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

martedì 23 febbraio 2010

Per i morti di Reggio Emilia

Era il 1973, l'Italia stava vivendo un momento di recessione, ricorderete l'austerity e le nostre domeniche a piedi, che in verità, per me restavano, come sempre, domeniche in bicicletta. L'anno era cominciato molto male, ì "pulotti" avevano assassinato Franceschini, davanti alla Bocconi; aveva 21 anni. Poi i fascisti, rapiscono e violentano Franca Rame. Attorno a me, la lotta studentesca di una Bologna rabbiosa, unita e bellissima. Dentro me, allora dodicenne, di famiglia di destra, si fanno largo dei sentimenti di  uguaglianza e riscossa proletaria. Questi sentimenti, erano in comune con i miei Compagni (è il caso di dirlo) di scuola. Non avevamo un inquadramento preciso, eravamo giovanissimi, ma  oscillavamo tra l'anarchia e il PCI. Questi sentimenti, non mi hanno più abbandonato. Anzi nel '78 ho avuto, insieme al mio amico Fulvio, l'incontro con un partito che al giorno d'oggi ci sognamo, il PDUP (Partito Democratico d'Unità Proletaria).  
Ma ritorniamo al '73, scuola media e un ragazzo, Federico, suonava la chitarra stupendamente, o così sembrava a me, che ero imbranato come pochi. Così le nostre lezioni erano intermezzate da canti de pueblos andinos, varie bandiere rosse e fischi di vento. Tra le altre, c'era una canzone già vecchia allora, ma più che attuale dato il contesto sociale del tempo. Era un inno di rabbia per l'uccisione di alcuni attivisti del PCI da parte delle "forze dell'ordine", di quale ordine non si sà. L'ho ritrovata sul web e ve la propongo, purtroppo è ancora attuale dopo cinquant'anni, anzi ora più che mai. Poi quando avete finito di ascoltare "Per i morti di  Reggio Emilia", guardate tra le anteprime che appaiono e cercate "Se non li conoscete...", è carina.
Buon ascolto!

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