"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

giovedì 28 ottobre 2010

Un momento di distrazione

Il titolo è: "Un momento di distrazione", anche se non bisognerebbe distrarsi, come ti giri...ecc...ecc...Sono talmente schifato da sto cacchio di Lodo, dai vari zii e bisnonni omicidi, dalle minorenni (extracomunitarie e non) del vecchio satiro schifoso (cosa deve fare per non essere votato dai cattolici? Stuprare la salma di Padre Pio?), che non ho voglia di parlare di bassa politica e gossip funerario. Pertanto, vi beccate questo stupendo duetto tra Jussi e sua moglie. Se non conoscete Bjorlig, vi anticipo che è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Questo video non gli rende giustizia pienamente, ma vi assicuro che ho delle registrazioni fenomenali. C'è un passaggio nel "Oh paradiso" dell'Africana, che nessuno ha mai eseguito come lui e mi dispiace, di non potervelo far ascoltare sul blog. Buon ascolto!

mercoledì 20 ottobre 2010


Quello che vi chiedo oggi, è uno sforzo immane. Mi farebbe piacere, che leggeste tutto quello che segue, senza farvi sopraffare dallo schifo. Non è impresa da nulla, ve l'assicuro, il conato è dietro l'angolo ( Costanzo, ora sai cosa c'è!). Ma quando avrete letto quanto segue e anche il PDF dell'Italia dei Valori, sarete vaccinati. Così, quando un impulso di genere leghista (ogni tanto viene a tutti!), si affaccerà nelle vostre menti, verrà ricacciato indietro, in men che non si dica. Voglio ringraziare Daniele, che circondato da Camicie Verdi (Consorte compresa), resiste impavido e continua a mandare spunti come questo.  Un grande!




Direttamente dalla Camera dei deputati:



Questo che vi propongo oggi è un file esplosivo che vi rivela il vero volto della Lega.

Servirà un po' di tempo per leggere tutto, ma vi assicuro che ne vale la pena, almeno per conoscere i fatti, invece di giudicare le cose per come ci vengono fatte vedere in tv.

Poco importa a parer mio che sia un dossier realizzato da IDV, perché quello che conta sono i fatti, tutti inconfutabili, citati uno ad uno con precisione, i fatti appunto, non le chiacchiere che ci propinano i vari Maroni di turno nelle apparizioni televisive!

Troverete tutto quello che non avreste mai osato neanche immaginare sui duri e puri del Carroccio quelli che, predicano bene nelle valli tra ampolle e riti celtici ma razzolano male, molto male a Roma e lì dove è riuscita ad affermarsi.

E’ tempo di sfatare il mito di una Lega intransigente, legalitaria, dura e pura, che non fa affari con nessuno, che grida Roma ladrona ma che, in realtà, ha le mani in pasta in tutto.

Basta con le frottole e le balle che ci propina ogni giorno.

La verità è che il verde brillante ha lasciato il posto ad un più intenso, il verde marcio.

Cominciamo dalle basi, dall’abc della presunta difesa della legalità dei leghisti, che hanno offerto il loro soccorso verde per salvare dai processi Cosentino e alcuni boss della camorra, De Lorenzo, Di Donato e Crippa, vecchi arnesi della prima Repubblica, così la Lega li chiamava, che, secondo la magistratura, avrebbero causato danni all’erario.

Sono trascorsi solo dieci anni da quando Bossi chiamava Berlusconi il mafioso.

Nel frattempo, la Lega ha firmato e sottoscritto tutte le 37 leggi ad personam del regime di Silvio.

Sono anni che la Lega urla e strepita contro Roma ladrona, contro gli sprechi della pubblica amministrazione ma tutte le volte che qualcuno ha chiesto di abolire le province (come promesso in campagna elettorale dal centrodestra) ha votato contro.

Ecco un rapido excursus su tutti i posti di potere, enti, società a partecipazione pubblica, banche, autostrade, ospedali sui quali la lega ha messo le mani in questi anni: consip, Cinecittà, age,a Finmeccanica, Eni, Fiera Milano, Eni, Sviluppo sistema Fiere, Expo 2015, Enel, Poste italiane, Rai, Banca popolare di Milano, Impregilo.

E c’è molto di più, leggere per credere. Volete sapere quale è il partito che detiene il maggior numero di parlamentari con il doppio o triplo incarico?

Su 85 camicie verdi, 44 ha una poltrona in Parlamento, una al governo e una in un’amministrazione locale.

Nel dossier troverete nomi e cognomi ed anche quelli di parenti, figli amici piazzati su comode e molto remunerate poltrone.

Un bel esempio di nepotismo in salsa verde.

Un capitolo a parte del dossier è dedicato a tutte le promesse fatte, agli slogan annunciati, reiterati e mai realizzati, a cominciare dalla presunta difesa delle coste italiane dall’immigrazione clandestina.

Vi forniamo numeri, date e cifre di tutte le sanatorie targate Carroccio.

Questa è la politica della Lega in fatto di immigrazione.

Militari libici sparano contro un peschereccio italiano ed il ministro Maroni non ha una piega.

Salvo qualche giorno dopo, sorseggiare un drink all’ambasciata libica a Roma, alla festa per il 41esimo della dittatura di Gheddafi.

C’è molto di più nel dossier, come ad esempio l'elenco di tutti i processi a carico dei leghisti, un bel capitolo che abbiamo chiamato “lega ladrona” e la storia dettagliata di come la Lega Nord ha messo le mani sulle banche.



Buona lettura!

sabato 16 ottobre 2010

Nihil sub sole novum

AGGIORNAMENTO

Ieri 19 ottobre un pastore sardo che manifestava a Cagliari, ha perso un occhio a causa di un lacrimogeno, sparato ad altezza uomo. La storia che avevo raccontato nel post seguente, è successa nella Bologna del  1978, poteva essere una tragedia anche allora. Chissà quante volte questo fatto si è ripetuto, senza che l'opinione pubblica ne venisse a conoscenza. Credo che nel 2010, sia ora di fare chiarezza su cosa vogliamo, da chi è deputato alla difesa dell'ordine pubblico. Picchiare i pastori e manganellare coloro che non vogliono morire di cancro per i rifiuti, non mi sembra debba essere la missione della Polizia.

Mentre a Roma si svolgeva la manifestazione della FIOM (ma dovrei dire della parte buona d’Italia), io, che questa volta non ci sono potuto andare, seguivo i discorsi in diretta streaming. Nel frattempo navigavo, distrattamente, tra i siti di news. Quando ecco che t’incontro un ennesimo intervento dei miei amici di vecchia data, i poliziotti. Posso dire che non mi stanno simpatici. Oltre alle normali, abituali, cariche ai cortei studententeschi della mia gioventù (e non giovinezza), mi ruppero le palle anche un giorno che, con alcuni compagni e compagne di scuola, stavo andando a mangiare una pizza; ci tirarono un lacrimogeno, così, per gioco. Quindi, a parte i ricordi del passato, la situazione pare non essere cambiata. Chi è di sinistra, è inviso alle forze dell’ordine, che allegramente si compiacciono, quando vedono quei poveri alienati di Casa Pound e Blocco Studentesco, che farebbe meglio a chiamarsi: Blocco Mentale! Pubblico il resoconto dell’aggressione agli studenti che, grazie al cielo, manifestavano per una scuola più pulita, esenfasci.

Il sit-in non è stato organizzato solamente dalla nostra organizzazione ma anche da altri antifascisti palermitani, collettivi e organizzazioni tra cui il Collettivo ‘68 degli stessi studenti del liceo classico Umberto I. Si trattava di un semplice volantinaggio di denuncia circa le ultime aggressioni fasciste avvenute davanti la scuola da parte di gruppi neofascisti come Casapound e Giovane Italia (ex Azione Giovani), l’ultima consumatasi lo scorso 25 settembre ai danni di alcuni studenti medi antifascisti di cui abbiamo già scritto sul nostro blog. Il volantinaggio è incominciato alle 12:00 in concomitanza con l’uscita di alcuni studenti, erano presenti una trentina di antifascisti posizionati sul marciapiede di fronte la scuola con uno striscione con su scritto “Cacciamo i fascisti da scuole e facoltà”. Quando è terminata l’uscita dei ragazzi da scuola, alcuni dei quali si sono uniti al sit in, sono sopraggiunti agenti della digos che ci hanno intimato di andarcene perché il sit-in “non era autorizzato”, al nostro netto rifiuto di interrompere il sacrosanto diritto d’espressione sancito dalla Costituzione Italiana, e ribattendo che si trattava di un volantinaggio sul marciapiede per il quale non c’è bisogno di nessuna comunicazione in questura, gli agenti della digos hanno intimato i presenti a fornire le generalità, alla nostra richiesta di spiegazioni hanno afferrato strattonandolo un compagno del Collettivo 20 luglio di scienze politiche dicendo: “ora tu vieni con noi”, alcuni compagni hanno reagito sfilandogli il compagno e ritirandoselo sul marciapiede, a questo punto è iniziato il parapiglia dove gli agenti della digos più alcuni poliziotti in divisa, sopraggiunti su un paio di volanti, si sono avventati contro tutti i compagni cercando di arrestarne quanti più possibile, il sit-in ha risposto compatto e determinato: i compagni tiravano dalla presa dei poliziotti gli altri che erano placcati da 4-5 poliziotti e agenti della digos contemporaneamente. Questa reazione determinata e compatta da un lato ha sorpreso chi è abituato ad ubbidire e a servire i superiori, dall’altro ha causato una foga ancora maggiore dei servi in divisa che si sono avventati principalmente contro i più piccoli. Due compagni appena diciottenni, tutt’ora in arresto, sono stati sbattuti violentemente sul marciapiede con 4-5 poliziotti per ognuno che li bloccavano anche pressando con le ginocchia sul collo dei compagni. Nel mentre agli studenti della scuola che tecnicamente erano usciti ma che erano rimasti dentro l’atrio non è stato permesso di uscire, il preside ha ordinato di chiudere i cancelli. Molti di loro indignati sono saliti sulla cancellata e sulle ringhiere della scuola gridando “vergogna !” in direzione della polizia, anche molti genitori e passanti che poco prima si erano avvicinati al nostro sit-in, osservavano la scena con un misto di indignazione e incredulità, una giovanissima studentessa appena sopraggiunta al sit-in e vedendo un tale spettacolo, ha inveito con rabbia contro la polizia e come risposta è stata sbattuta contro dei cassonetti. Contemporaneamente sopraggiungevano altre volanti da cui scendevano altri poliziotti che si avventavano sugli studenti del sit-in e sugli studenti della scuola obbligandoli a cancellare foto e filmini amatoriali: le prove dell’aggressione poliziesca. Dopo una resistenza determinata degli iniziali partecipanti più gli studenti che sono riusciti a raggiungere il sit-in, dopo aver sbattuto a terra e al muro alcuni di noi, sono riusciti ad arrestare 6 compagni (Cesare,Ruggero e Francesco tutt’ora in stato d’arresto e Paolo,Mauro e Carlo indagati ma rilasciati ieri nel tardo pomeriggio), gli altri dopo essersi ricompattati, hanno deciso di fornire solo 3 documenti permettendo al resto dei compagni di allontanarsi ed evitare ulteriori fermi e arresti. Per arrestare questi sei compagni lo stato ha messo in campo uno spropositato intervento della polizia ( in tutto circa 15 volanti, una camionetta dell’antisommossa e le strade limitrofe chiuse al traffico), un’autentica aggressione contro 30 studenti antifascisti da parte di almeno 50 poliziotti “supportati” sul campo da una decina di digossini, abbiamo avuto anche l’onore di ricevere la visita del vice questore Pampillonia! Questa è la cronaca dei fatti, al contrario di quanto scritto dai giornali, non c’è stata alcuna colluttazione o scontro con i fascisti (anche se li abbiamo visti scorazzare liberamente sia prima che dopo il sit-in nei pressi del liceo), non c’è stato nessun lancio di oggetti contro le forze dell’ordine, piuttosto il contrario. La versione divulgata dalla questura circa uno scontro tra opposte fazioni che si fronteggiavano e totalmente falsa e serve solo a giustificare il grave atto di repressione poliziesca davanti agli occhi di decine di persone tra studenti,genitori, lavoratori e passanti. Il problema di ordine pubblico è stato provocato dalla repressione poliziesca contro un pacifico volantinaggio che non stava mettendo in pericolo nessuno studente della scuola contrariamente da quanto dichiarato dal preside della scuola Antonino Raffaele. La scellerata decisione del preside di chiamare continuamente la Questura anche in questa occasione è stata causa di “problemi all’ordine pubblico” e della contusione di studenti giovanissimi, di tutto questo il preside è responsabile e dovrà rendere conto agli studenti. Come abbiamo scritto in comunicati precedenti sul nostro blog, ormai è da circa un anno che il preside tollera che organizzazioni neofasciste facciano la loro sporca propaganda sia dentro che fuori la scuola. Chiunque dovrebbe indignarsi davanti al fatto che esistano gruppi neofascisti, tollerati e spalleggiati dallo stato e dal governo, in teoria vietati dalla costituzione italiana di cui il preside dovrebbe esserne garante a scuola. Ma tutto ciò non ci stupisce, l’antifascismo non lo deleghiamo a nessuno, ne ad un preside che non ha cura dei propri studenti, ancor meno allo stato e ai suoi servi in divisa che storicamente sono collusi con i fascisti. L’antifascismo è un valore sacrosanto che difendiamo e pratichiamo quotidianamente. In questa città, come diciamo da tempo, il clima sta cambiando, a Palermo la digos scorta i fascisti di Casapound la notte per coprire le scritte antifasciste davanti l’Umberto, a Palermo ieri la questura ha alzato di grosso il tiro contro chi esprime un’ opinione non conforme a quella dominante, contro chi denuncia la collusione tra istituzione e squadristi, contro gli antifascisti e indirettamente contro qualsiasi cittadino che esprime il proprio dissenso. Non dimentichiamo come la settimana scorsa siano successi episodi analoghi contro liberi cittadini che non gradivano la visita del Papa (vedi post precedente. ndr)costata 3 milioni di € in una città in permanente emergenza sociale. È evidente che, dopo la grande manifestazione studentesca di Venerdi scorso con la partecipazione di 7000 studenti che gridavano all’unisono “siamo tutti antifascisti” , che dopo l’esperienza dell’onda del 2008 sono pronti a scendere nuovamente in campo con più esperienza e determinazione, la reazione delle istituzioni è di paura e spaesamento al montare del dissenso reagendo con la repressione poliziesca, principalmente contro i giovani e i giovanissimi che scoprono un nuovo modo di fare politica, quella vera, lontana da partiti e sindacati istituzionali.

 Tutto questo non rimarrà impunito!
I poliziotti di domani.



venerdì 15 ottobre 2010

Riflessioni di Luca


UMANITA’ PERDUTA



Dei fatti e dei commenti, nonché i giudizi e i punti di vista e le prese di posizione e i defilamenti, io, sinceramente, mi sono rotto il cazzo.


In ogni angolo del paese, in ogni paese perduto nel più remoto continente o qui dietro l'angolo, la follia si manifesta nelle gesta di chiunque sia pronto a lasciarsi irretire.


Gli stadi,non amando affatto il calcio e ancor meno chi fa del tifo un prolungamento penico, sono, come ultimo luogo di aggregazione di miserie e rivalse, catalizzatori e palcoscenico della bassezza umana univoca nei tratti di popolazioni disparate.


Ma di fatti tali, anche se sempre più gravi, si dovrebbe aver fatto l'abitudine, la si fa a tutto. Ma cosa dire della stazione ferroviaria romana?


Del pugno in faccia alla ragazza?


Tutto il peggio possibile commento io!


Ma è una situazione di bianco e nero, di buono e cattivo,bello e brutto.


Facile gestire le emozioni che il video di sorveglianza infonde ma..........la gente intorno?


Quelli che passano senza degnare di uno sguardo la ragazza a terra. quella vecchia dalle gambe storte che quasi la sfiora deambulando per la sua strada.


Neppure l'età insegna; e magari è una di quelle che inveisce con l'ombrello alzato in direzione delle 2-3 generazioni che hanno seguito la sua. Il picchiatore va da se sia l'oggetto del rimprovero ma, credetemi anche se non sono nessuno, chi passa indifferente e fedele alla consegna di essere passante o viandante è di gran lunga un ignobile spettacolo moderno.

Luca B.


mercoledì 13 ottobre 2010

Poliziotti & Serbi - scontri tra fascisti

Era una serata della Nazionale ed è diventata ultranazionale. Altro che tifosi: fascisti!
Come sempre il ministro della Difesa ha perso l'occasione di tacere: "Incidenti Italia-Serbia, Ignazio La Russa: la polizia serba non ha collaborato. Il Ministro della Difesa, La Russa loda l'atteggiamento e il comportamento della Polizia italiana, individuando le colpe dell'accaduto nella scarsa collaborazione di quella serba" Peccato che siamo in Italia e la sicurezza, ce la dovrebbero garantire lui e Maroni, non il ministro serbo. Ma come dice Daniele nella sua riflessione, quì di seguito, i nostri poliziotti usano due pesi e due misure, forse perchè in fondo questi ragazzotti, vestiti di nero, che fanno il saluto fascista, hanno molto di più  in comune con loro,  che con gli operai metalmeccanici.

"È stata evitata un’altra Heysel"; è questa la considerazione che possiamo leggere sui giornali e sentire in televisione da parte dei responsabili dell’ordine pubblico, dopo i fatti accaduti al termine della notte di scontri provocati a Genova dagli ultras serbi, prima durante e dopo la partita in programma tra le nazionali di calcio di Italia e Serbia a Genova.

Per i non appassionati, ricordo che con il termine di "Heysel" (dal nome dello stadio dove si svolsero i fatti) si fa riferimento agli episodi accaduti nell'allora finale denominata ancora Coppa dei Campioni (oggi Champions League) del Maggio 1985 dove perirono 39 persone, (di cui 32 italiani), ed oltre 600 rimasero ferite.

Martedì sera le immagini sono state chiarissime, facinorosi serbi (ultranazionalisti che si identificano nell'estrema destra) hanno potuto danneggiare il settore a loro riservato, il loro "capo" è potuto tranquillamente entrare in tale settore fornito di cesoie, ed altrettanto tranquillamente ha potuto con le stesse tagliare le reti di protezione in modo così da poter permettere il lancio di petardi in campo, il tutto sotto gli occhi delle recalcitranti e timorose forze di polizia, le stesse che con il petto gonfio picchiano operai che manifestano pacificamente perchè da mesi non percepiscono paga, oppure si scagliano contro i terremotati (gente comune quindi) dell'Aquila che vanno a manifestare a Roma contro le balle della propaganda governativa....

Non c'è che dire, forte con i deboli, e debole con i forti, insomma, proprio lo specchio del regime berlusconiano.
Daniele



venerdì 8 ottobre 2010

Caccia all'uomo


Dopo il tremendo attentato a Berlusconi (lancio del Duomo), ecco il nuovo tentativo di Golpe. Stavolta, vittima della furia omicida di un pericoloso killer, la cui mano era stata armata da Di Pietro in persona, è stato il grande giornalista, padre dell'informazione, Maurizio Belpietro. Il clima d'odio che, alimentato dalla sinistra illiberale, sta dilaniando il paese, genera episodi violenti come questo. Speriamo che, sulla base della ricostruzione degli eventi, si possa al più presto acciuffare questo malvivente e mettere in galera i suoi mandanti (tutti quelli che non la pensano come Berlusca).



ECCO L'IDENTIKIT DELL'ATTENTATORE

Dato che l'attentatore, sembra indossasse il mantello di Harry Potter, c'è chi si impegnato per trovare la verità. Su segnalazione di Daniele, ecco a voi svelato il mistero dell'attentato:

stranezze sull'"attentato" alla vita di Maurizio Belpietro.

martedì 5 ottobre 2010

In verità vi Digos...

Ma che palle! Ecco la nuova iniziativa di coloro che superano per genialità i potenti che vogliono proteggere.
Sono persone talmente attente nel servire il potere, che  agiscono senza che nessuno glielo chieda. Mi rifiuto di pensare che il papa o alti prelati abbiano ordinato alla Digos di sequestrare una piccola Mostra in una libreria. Questo è il geniale parto di un funzionario di PS, che allertato da una frase del cazzo (ma legittima), ha pensato di far bene, in culo all'articolo 21 della Costituzione. Questo perbenismo cattoleccoculista, ci stà ossessionando da un po' di anni a questa parte. Come se non ci fossero abbastanza stronzi, che contestano il Nobel a Robert Edwards. Meno male, che ci pensa Berlusconi a pareggiare il conto bestemmiando.


Il comunicato della libreria Altroquando
Stamani, Domenica 3 Ottobre 2010, alle ore 11,30, numerosi agenti della polizia di stato in divisa e agenti della Digos hanno intimato la rimozione di uno striscione posto all'interno della vetrina della libreria AltroQuando in via Vittorio Emanuele 143 a Palermo. Lo striscione recitava la frase: I LOVE MILINGO. Gli agenti lo hanno sequestrato assieme alle locandine della mostra “La Papamobile del futuro” da tre giorni allestita presso la stessa libreria. La motivazione addotta al provvedimento è stata quella di ritenere offensiva una simile frase proprio nel momento in cui il corteo del pontefice sarebbe passato da corso Vittorio Emanuele.
Riteniamo che questo provvedimento mini fortemente i diritti costituzionali sulla libertà di manifestazione del proprio pensiero, sia attraverso la critica che la satira. Riteniamo che il messaggio in questione non offendeva nessuno, né tantomeno istigava a comportamenti violenti.
Al contrario era un segno di quella politica dell'Amore che tanto ha fatto strada ultimamente in Italia. Perché un messaggio d'amore e riconciliazione dovrebbe essere offensivo? Perché Papa Benedetto XVI dovrebbe ignorare la regola del perdono su cui si fonda la dottrina cristiana? Veramente Milingo non merita di essere amato? Palermo si merita davvero questo miracolo alla rovescia?
E i parlanti diventarono muti... Così. Per miracolo.

Dopo che avrete visto le vignette, capirete il motivo della censura:
non c'era motivo!
http://www.scomunicazione.it/

venerdì 1 ottobre 2010

Comunicato

Esistono alcune organizzazioni che, in questo paese, pur essendo legittime e assolutamente legali, sono  viste come il fumo negli occhi dalle forze dell'ordine, al contrario di quelle neofascionazo, che invece sono protette.
Una di queste organizzazioni è il Partito dei CARC-Comitati d'Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Pubblicare questo comunicato, mi sembra un atto minimo, dovuto. Ricordo a tutti, che questo movimento si stà battendo, per liberare i compagni arrestati per le loro idee. In Italia si è sdoganato il fascismo e i delinquenti, sono diventati coloro che hanno fatto la Resitenza e hanno liberato il Paese. Ora, ci sarà bisogno di una Resistenza nuova.



Dalla solidarietà si capisce da che parte si vuole andare e che mondo si

vuole costruire

Sindacalisti di regime, politicanti e scribacchini prezzolati solidarizzano

con la CISL

Noi diamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno agli operai della SAME

di Treviglio (BG)

* Difendere il CCNL!

* Difendere e conquistare posti di lavoro dignitosi per tutti!

* Sicurezza, salario, diritti. Facciamo applicare la Costituzione!

* Il 16 ottobre a Roma, in piazza con la FIOM contro il piano

Marchionne!


"La crisi non è finita", "non è vero che l'Italia va meglio di altri paesi":

neanche la Confindustria tiene più corda alle balle di Tremonti, accusa

apertamente Berlusconi di immobilismo e di non governare. Marchionne è sceso

in campo, seguito a ruota da Federmeccanica e Confindustria: il piano

Pomigliano è diventato la sostanza della "politica economica" che serve al

padronato italiano. I suoi assi portanti sono chiari: eliminazione del CCNL,

i lavoratori devono contrattare individualmente le condizioni del loro

sfruttamento, abolizione dello Statuto dei Lavoratori, lo sciopero è un

reato, basta con i sindacati non asserviti, "il conflitto tra operai e

padroni è roba del passato", i lavoratori devono "obbedire, lavorare e

combattere" per il padrone contro altri lavoratori, quelli che ci stanno

avranno (forse) lavoro e reddito, gli altri... possono scegliere a che santo

votarsi. Hanno bisogno di un governo che la attui, imponendola con le buone

e le cattive alle masse popolari, in primo luogo agli operai.

In questi mesi i padroni hanno concentrato l'attacco contro gli operai della

FIAT e la FIOM. Marchionne ha licenziato gli operai che hanno osato

scioperare per minacciare tutti quelli che non sono "collaborativi", il

cardinale Poletto di Torino li chiama a essere "corresponsabili" ("la FIAT

mica può rischiare di fare grandi investimenti se non è sicura che le cose

le vadano bene"), Bonanni e soci sventolano lo specchietto della

compartecipazione dei lavoratori agli utili. La Lega Nord e i gruppi

fascisti promuovono la guerra dei lavoratori italiani contro quelli

immigrati, dei lavoratori del nord contro quelli del sud.

Tutto questo per spezzare l'opposizione degli operai di fronte alla

distruzione dei diritti e delle conquiste di civiltà e benessere strappate.

Per impedire che gli operai trascinino nella lotta anche il resto delle

masse popolari.

Non è una questione economica o sindacale, è una questione politica: per

schiacciare i lavoratori sul piano economico, i padroni devono schiacciare

gli operai sul piano politico.

Non è possibile governare un paese come il nostro senza un certo grado di

collaborazione delle masse popolari e questo è impossibile se la casse

operaia fa opposizione.

E la classe operaia fa opposizione! Gli operai, a partire da quelli FIAT, e

la FIOM sono diventati il centro promotore della battaglia politica per

difendere posti di lavoro, redditi e diritti di tutti i lavoratori e le

masse, italiane e immigrate. A Pomigliano hanno dato una batosta al piano

Marchionne che ha infuso coraggio e slancio a tutti gli altri lavoratori: i

padroni non hanno già vinto, la partita è tutta aperta. A Melfi hanno fatto

del reintegro dei licenziati politici la bandiera della lotta contro

l'arbitrio e lo strapotere padronale, lo strumento per estendere la

solidarietà tra i lavoratori e mettere alla prova "amici dei lavoratori" e

"difensori della legalità": gli attacchi e le ritorsioni dei padroni possono

essergli rivoltati contro e usati per rafforzare unità, determinazione e

mobilitazione dei lavoratori. Alla Sevel di Atessa (CH) hanno risposto con

un'assemblea fuori dai cancelli al divieto della FIAT di far entrare i

licenziati di Melfi e poi hanno scioperato nonostante la diffida dei legali

dell'azienda: se non sortiscono l'effetto di spaventare e dissuadere, le

minacce e i divieti dei padroni diventano parole al vento. Scioperi e

proteste spontanee sono state la risposta immediata alla disdetta del

contratto da parte di Federmeccanica, contro i tagli e le chiusure ventilati

da Bono, ad di Fincantieri, hanno occupato stabilimenti, si sono scontrati

con le forze dell'ordine, a Genova hanno circondato la sede dove gli

industriali erano riuniti a convegno: è legittimo tutto quello che serve a

difendere lavoro e diritti. A Castellammare di Stabia hanno manifestato

insieme agli operai contro la chiusura dello stabilimento di Fincantieri

associazioni locali, semplici cittadini e sindaci: quando scendono in lotta

gli operai muovono tutte le masse popolari.

La situazione sta in questi termini. I padroni non hanno una soluzione

accettabile da proporre agli operai e al resto delle masse popolari. Per

stare a galla devono distruggere anche quel poco di benessere che i

lavoratori hanno strappato ed eliminare i diritti che i lavoratori hanno

realizzato, hanno fatto diventare reali, pratici e non solo belle parole

scritte nella Costituzione. Devono lanciare la caccia agli immigrati ed

espellerli, mentre rendono la vita impossibile nei paesi oppressi da cui

vengono gli immigrati: più di 900 milioni di uomini sono alla fame. Per

avanzare su questa strada devono eliminare i centri di mobilitazione e

opposizione degli operai: il principale è, oggi, la FIOM.

Gli operai invece una soluzione alla crisi positiva per tutti i lavoratori e

le masse ce l'hanno! Hanno una "politica economica" per rimediare fin da

subito agli effetti più gravi della crisi: tenere aperte le aziende, aprirne

di nuove per fare il lavoro necessario a salvaguardare il paese dal disastro

ambientale e a soddisfare i bisogni della popolazione, riavviare l'intera

vita sociale, stabilire rapporti di collaborazione con altri paesi (tipo

quelli già in vigore tra Cuba e Venezuela e altri paesi) sulla base di

quanto ogni paese può produrre e dare. Hanno bisogno di costruire un governo

d'emergenza per attuarla, deciso a fare tutto quello che occorre per

attuarla.

Nè il PD né quanto resta della sinistra borghese possono promuovere e

guidare un movimento di massa per costruire un governo d'emergenza con un

programma di questo genere. Il PD è un amalgama di gruppi e personaggi

asserviti al Vaticano e alla Confindustria. La sinistra borghese, e in

particolare il PRC, dopo la partecipazione al governo Prodi ha perso gran

parte del seguito e dell'influenza che aveva tra i lavoratori e per di più è

ancora combattuta tra legarsi al movimento operaio e popolare per far fronte

alla crisi o legarsi al PD per rientrare in Parlamento. L'IdV occhieggia al

PD, ma con l'opposizione aperta alla banda Berlusconi e le prese di

posizione a sostegno dei lavoratori in lotta ha accresciuto il suo seguito e

consenso popolare. Lo stesso il Movimento a 5 stelle che ha alzato la

bandiera della lotta contro la casta dell'intrallazzo e del malaffare e per

il protagonismo popolare. Nessuno dei due però ha né legami sistematici e

solidi con la parte più avanzata degli operai né la diffusione e

l'autorevolezza necessari oggi a promuovere e guidare un movimento di massa

per instaurare un governo d'emergenza popolare, anche se possono

contribuirvi, appoggiarlo, favorirlo.

La FIOM invece ce li ha, per questo può muovere, orientare e mettersi alla

testa di tutte le organizzazioni sindacali, i coordinamenti operai, le reti

di precari, i comitati studenteschi, le associazioni di immigrati, i

comitati in difesa dell'ambiente, i movimenti per l'acqua pubblica, i

partiti popolari e gli organismi progressisti.

Via il governo Berlusconi!

Il suo posto deve essere preso da un governo di emergenza popolare sostenuto

dalle organizzazioni operaie e popolari e formato dai loro esponenti!

Non sono i padroni, i ricchi, il Vaticano e i loro complici che sono forti,

sono i lavoratori che devono far valere fino in fondo la loro forza!

Chi ha l'appoggio e la fiducia delle masse popolari ha la forza per

governare!