"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

mercoledì 25 aprile 2012

Chi non capisce con le buone...


La piazza citata è quella di Asti, dove vennero fucilati dei criminali di guerra, guarda caso, fascisti. Basta con i revisionismi e le equiparazioni, i partigiani furono il bene ed il fascismo il male assoluto. Chiudiamo Casa Pound e tutti i posti simili, dove si annidano le serpi nere. Un abbraccio ai membri dell' A.N.P.I. a cui dobbiamo tutto.


La mamma dei cretini è sempre incinta


Oltre a dimostrare una faccia da culo inimmaginabile, gli autori di questo manifesto del cazzo, dimostrano un'abissale ignoranza storica. Di chi minchia ci siamo liberati il 25 aprile se non di loro? Ma che vadano tutti a fare in culo! Ci sono ancora troppi fascisti in giro, occorre fare pulizia nel nome della Costituzione Italiana.

Nonostante Guccini si sia risentito di questo manifesto che cita una frase de "La locomotiva", ricordo che, il mio idolo canoro, pubblica i libri con Mondadori. Francesco cambia editore e recupera credibilità.

25 aprile, San Marco.

Buon appetito a tutti gli amici chiocciolini, oggi riuniti a lieto convivio, nell'attesa di tempi migliori.

Breve storia del II dopoguerra.

Voglio pubblicare un riassunto, molto superficiale, che serva solo per richiamare alla mente quello che è accaduto dopo la  seconda guerra in Europa e non solo. Il 25 aprile non l'ho vissuto in prima persona, per motivi anagrafici, ma molta della Storia che segue, sì.  A questo resoconto manca la parte riguardante la politica economica degli States e le sue, tragiche,  ripercussioni sul mondo di oggi. Ne parlerò diffusamente in un prossimo post.


Il mondo tra la seconda guerra mondiale e la fine del comunismo sovietico



La seconda guerra mondiale era ancora in pieno svolgimento quando i rappresentanti delle tre maggiori potenze in campo, Inghilterra, Stati Uniti e Unione Sovietica, si incontrarono per una conferenza a Teheran. Durante l’incontro, Stalin, Roosevelt e Churchill, posero le basi per la conclusione della guerra, decidendo l’offensiva americana in Normandia e l’attacco al Giappone da parte sovietica. L’Jugoslavia era invasa dalle truppe italo-tedesche (1) e i Tre Grandi decisero di appoggiare i partigiani di Tito. Opportuno ricordare come la Jugoslavia si sottrasse al controllo sovietico alla fine della guerra mondiale e come i partigiani jugoslavi riuscirono a liberarsi dell’oppressore nazi-fascista, quasi esclusivamente, con le loro forze. L’aiuto delle nazioni alleate si limitò ad un apporto di armi e cibo da parte anglo-americana e di truppe per la liberazione di Belgrado e di parte della Serbia da parte dell’URSS.

Questo primo incontro fu il preludio alla più famosa Conferenza di Yalta del febbraio 1945, dove le tre grandi potenze si incontrarono nuovamente, praticamente, a guerra finita seppure vi fossero ancora fronti aperti. Molti storici fanno risalire a quest’incontro l’inizio della Guerra Fredda; praticamente una spartizione del mondo in due blocchi contrapposti, l’uno sotto il controllo sovietico, l’altro sotto l’egida degli Stati Uniti d’America. Forse non è esatto dire che si spartirono gli stati prima che finisse la guerra, ma sicuramente furono fissate delle sfere d’influenza che in seguito dettero luogo ai due blocchi. Alla conferenza di Yalta non era stata invitata la Francia e questo non rese certo felice il generale Charles de Gaulle che, in seguito a questo affronto, cercherà di condurre le fasi di riassetto del dopoguerra, in maniera piuttosto autonoma.

A Yalta vennero raggiunti parecchi accordi e venne dichiarata l’Europa libera, con l’invito a tutte le nazioni ad indire libere elezioni. Tra gli accordi, il più importante, riguardò la Germania; venne stabilito che fosse divisa in quattro parti e completamente smilitarizzata al fine di garantire un controllo totale degli stati vincitori. A Yalta furono poste le basi per la creazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, infatti, fu fissata la data ed il luogo dell’assemblea costituente: aprile 1945 a San Francisco. In realtà si dovette aspettare fino al 26 giugno di quell’anno e il 24 ottobre i cinque paesi vincitori (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza) e altri quarantanove paesi firmarono lo statuto. In seguito vi fu un ulteriore incontro, che si sarebbe dovuto svolgere a Berlino, ma che si svolse a Potsdam. Furono prese alcune risoluzioni nuove sulla divisione degli stati, poiché venuto meno il nemico comune, ossia la Germania, le divisioni d’opinione tra i vincitori si resero evidenti. Per la Gran Bretagna era presente il nuovo primo ministro, Attlee. Truman, succeduto a Roosevelt alla presidenza degli Stati Uniti, lanciò un serio ultimatum al Giappone, che quattro giorni dopo la fine della Conferenza, il 6 agosto, si concretizzerà col bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki.

Quale era la situazione dei due maggiori attori del panorama mondiale, USA e URSS, alla fine della guerra?

L’Unione Sovietica usciva dal conflitto praticamente debilitata, aveva subito qualcosa come diciotto milioni di morti e la distruzione, pressoché totale, di molte città importanti. Oltretutto la Germania aveva invaso e devastato completamente la sua parte europea. La forza dell’Unione Sovietica risedeva nell’organizzazione del suo esercito, l’Armata Rossa, che Stalin sapeva gestire con maestria e acume. Stalin impose ai paesi sconfitti, alleati della Germania, un intenso sfruttamento delle risorse dei loro territori. Soprattutto Bulgaria, Romania ed Ungheria, furono costrette a cedere all’URSS materie prime, prodotti agricoli, macchinari e la quasi totalità delle loro risorse monetarie, oltre alla forza lavoro. Intere industrie meccaniche di queste nazioni, appartenute al controllo della Germania, vennero smantellate e ricostruite in territorio sovietico. Così nel 1947 in tutti i paesi sconfitti, oltre che in Polonia, furono messi al potere governi filosovietici. Nel 1949 con il patto denominato COMECON, che doveva essere un’assicurazione d’aiuto economico tra i paesi del blocco sovietico, l’URSS si assicurò la possibilità d’imporre ai paesi sottoposti i processi produttivi che riteneva più utili e complementari a quelli propri, assicurandosi il controllo delle economie di tutti i paesi nella sua orbita. Questo patto era una specie di contromanovra al Piano Marshall; quest’ultimo, cercava di limitare in qualche modo l’espansione sovietica ed era la punta di diamante del piano economico della “dottrina di Truman”.

Sempre nel 1947, Stalin convocò in Polonia un’assemblea dei vari partiti comunisti d’Europa, tra cui anche il Partito Comunista Italiano, da cui nacque l’organizzazione denominata Cominform, che serviva a coordinare i partiti, comunisti e laburisti, in chiave anti americana. L’Unione Sovietica grazie a queste manovre staliniste, riuscì in breve tempo a riconquistare una florida economia, seconda solo a quella statunitense. Nel 1955 la Germania Ovest venne affiliata alla NATO e in risposta a quest’ingresso, Nikita Krusciov, subentrato a Stalin nella segreteria del Partito, si fece promotore del Patto di Varsavia che legava militarmente le nazioni già assoggettate dal punto di vista economico. Nel 1956 in Ungheria vi fu una ribellione a questo Patto, ma l’Armata Rossa la represse in breve tempo. Quindi l’Unione Sovietica dal 1955 in poi ebbe formalmente il controllo politico, economico e militare di tutte le nazioni dell’Est Europa.

Gli Stati Uniti erano usciti dalla seconda guerra mondiale da veri trionfatori; non solo erano stati esenti da combattimenti e bombardamenti sul proprio territorio, ma avevano anche rafforzato la propria economia. L’industria bellica statunitense infatti aveva fatto da motore trainante per tutte le produzioni industriali collaterali, si era quindi avuto un boom dell’economia e gli Stati Uniti possedevano, da soli, due terzi delle riserve aure mondiali. Questo era anche dovuto alla Conferenza di Bretton Woods che, nel 1944 a guerra in corso, aveva stabilito che il dollaro USA fosse la moneta di riferimento per il cambio di valuta e aveva visto la creazione del Fondo Monetario Internazionale, volto a dare stabilità monetaria agli stati aderenti; ancora fresco era il ricordo della crisi del ’29 e della grande depressione che ne era seguita. La politica degli States era incentrata sulla libertà di commercio e globalizzazione che era contenuta nel Piano Marshall. Questo Piano si proponeva di fornire aiuto economico, con prestiti a basso interesse o addirittura a fondo perduto, forniture di materie prime, generi alimentari, macchinari e tecnologie moderne agli stati europei allineati al blocco americano. Quest’erogazione di capitali, ovviamente, legava i vari stati europei ad una dipendenza economica, ma anche psicologica, agli Stati Uniti. La supremazia americana nei confronti degli stati alleati europei, si concretizzò nel 1949 col Patto Atlantico di cui la NATO divenne il braccio armato.

Quindi, come avevo accennato prima, nel 1955 si trovano contrapposti il Patto di Varsavia, per il blocco sovietico e la NATO per quello statunitense: era scesa la cosiddetta “cortina di ferro”. La predominanza militare statunitense si era in passato manifestata soprattutto per il possesso della bomba atomica, ma dal 1949 anche l’Unione Sovietica era entrata in possesso di tale ordigno. Questo provocò nei paesi occidentali una seconda ondata di Red Scare, Paura Rossa (dopo quella del 1917-20). Gli States erano già dall’anno precedente, 1948, preda del Maccartismo e questo riarmo sovietico aggiunto allo scoppio della guerra di Corea, generarono un vero panico di massa fomentato dal governo americano. Il mondo era disseminato di spie di entrambi gli schieramenti e il furto di tecnologia divenne una delle attività più redditizie. Gli USA nel 1952 ottennero una bomba eccezionalmente potente, la Bomba H, l’ordigno all’idrogeno, mille volte più potente dell’atomica. Sembrava che la supremazia USA fosse riconquistata, ma pochi mesi dopo anche i sovietici ebbero la stessa bomba, l’equilibrio era ristabilito.

La situazione tra le due superpotenze era quasi paradossale; entrambe avevano raggiunto una tecnologia tale da poter annientare l’avversario con un solo atto bellico, ma entrambe erano consapevoli che non avrebbero mai osato ardire la prima mossa. L’opinione pubblica non era di quest’avviso e la paura che abbiamo avuto tutti, in quegli anni, era che s’incrinasse l’equilibrio e di noi non rimanesse che un mucchietto di cenere fumante.

La corsa agli armamenti non era il solo campo dove le due potenze si sfidavano, anche lo spazio siderale si rivelò un campo di battaglia non cruento. Cominciarono i sovietici col lancio di un satellite, lo Sputnik, nel 1957. Gli americani risposero l’anno dopo con l’Explorer. Questo significava che entrambe le potenze sarebbero state in grado di colpire l’avversario dal proprio territorio con missili nucleari, dato che avevano la tecnologia per inviare satelliti nello spazio. Sempre nel ’57 con lo Sputnik II i sovietici avevano inviato nello spazio il primo essere vivente, la cagnetta Laika e nel ’61, il primo uomo, con la navicella Vostok 1, Iurij Gagarin. Le missioni spaziali si succedettero con intensità crescente fino alla conquista della Luna da parte dell’Apollo 11 nel 1968 (lo vidi in diretta), poi pressoché immutate fino ai primi anni ’70 quando persero d’interesse, dati gli alti costi e lo scarso ritorno scientifico. Le missioni mutarono allora i contenuti e si rivolsero non più alla Luna ma ad esperimenti scientifici in assenza di gravità e di atmosfera.

Nel corso degli anni di Guerra Fredda due furono gli episodi che più fecero temere lo scoppio di un conflitto epocale: la Guerra di Corea, come avevo accennato, e il tentativo d’istallazione di missili sovietici a Cuba. La Corea era sta divisa, fin dal 1945 all’altezza del 38° parallelo, in due zone Nord e Sud, la prima sotto influenza sovietica, la seconda sotto quella Giapponese, vale a dire statunitense. Nel 1950 la Corea del Nord, armata dai sovietici e dai cinesi di Mao, invase i territori del Sud. Troppo lungo sarebbe il racconto della guerra, dico soltanto che l’ONU rispose quasi subito alla provocazione, inviando il famigerato generale Mac Arthur. La guerra si protrasse per tre anni e alla fine si contarono centinaia di migliaia di soldati morti, ma addirittura un milione e mezzo di vittime civili. Comunque l’URSS non intervenne militarmente nel conflitto, creando così una frattura con la Cina maoista, che invece aveva richiesto il suo intervento. Il diniego di Stalin alla richiesta di Mao, probabilmente, salvò il mondo dallo scontro tra le due superpotenze. E’ opportuno ricordare che anche la Cina era divisa in due parti; da un lato la Repubblica Popolare Cinese, con a capo Mao Zedong (o Tse-tung), dall’altra parte vi era la Cina Nazionalista (Taiwan), che era filo-occidentale.

Per quanto riguarda i missili cubani, essi furono scoperti il 14 ottobre del 1962 da un ricognitore statunitense U2, che sorvolava l’Isola di Cuba. La crisi si aprì il giorno dopo e venne risolta, nel giro di tredici giorni, dall’allora presidente J.F. Kennedy e da Krusciov che, in cambio della smilitarizzazione di Cuba, ottenne il ritiro dei missili Jupiter che erano istallati in Italia ed in Turchia.

Nel mondo dopo la seconda guerra mondiale si erano avuti moltissimi moti di rivolta nei paesi che avevano una dominazione coloniale. Tra il 1947 ed il 1962 si affrancarono dal dominio degli ex imperi coloniali moltissime nazioni che, o erano ex colonie italiane, tedesche, giapponesi e dunque rivendicavano la libertà, dato che i loro colonizzatori erano stati sconfitti, oppure erano colonie degli stati vincitori, che avevano fornito contingenti di uomini alla causa dei loro occupanti e ora richiedevano la giusta mercede, la libertà. Non sempre queste richieste vennero accolte con favore. La Francia che aveva colonizzato il Vietnam, si oppose alla formazione di uno stato autonomo. Ebbe così inizio una guerra che, nel 1954, vide la sconfitta dei transalpini. Ma nel ’62, la Conferenza di Ginevra, stabilì che l’Indocina dovesse essere divisa in singoli stati, Laos, Cambogia, Vietnam del Nord (d’influenza comunista) e Vietnam del Sud (sotto il controllo occidentale). Questa divisione del 17° parallelo, non andava bene ai viet-cong del sud, i quali si ribellarono al controllo americano. I viet-cong ricevevano aiuti dal Vietnam del Nord, allora gli USA furono “costretti” ad intervenire in difesa del governo del Sud. Così dal 1964 ebbe inizio la Guerra del Vietnam, che vide gli Stati Uniti ritirarsi materialmente, ma anche moralmente, sconfitti, nel 1975 quando i viet-cong conquistarono Saigon e il Vietnam si riunificò con capitale Hanoi. Gli Stati Uniti per la prima volta persero una guerra, sul piano militare, certo, ma soprattutto sul piano politico. Il Vietnam aveva ricevuto aiuti dalla Cina, dai sovietici e anche dalla Cambogia che aveva fatto combattere i famosi Khmer Rossi.

L’India attraverso la non violenta azione del mahatma Gandhi ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1947; anche se vi furono sanguinosi scontri intestini, che portarono alla creazione dello stato musulmano del Pakistan.

Un'altra grande questione nasceva nel 1948, la questione palestinese. Infatti, in quell’anno fu fondato lo Stato d’Israele, con criteri talmente assurdi che ne vediamo tuttora le conseguenze. Si trattò di una specie di risarcimento per quanto fatto dai nazi-fascisti al popolo ebraico, così i superstiti della shoah potevano riparare in una presunta patria.

Come detto in precedenza, onde evitare che si ricreassero le condizioni per una nuova guerra mondiale, la Germania era stata divisa in quattro zone d’influenza: francese, inglese, sovietica e statunitense. Ovviamente con la divisione del mondo tra le due superpotenze le zone della Germania erano diventate due, Occidentale e Orientale. I sovietici avevano iniziato una ricostruzione secondo i loro schemi, gli altri tre paesi secondo il Piano Marshall, facendo in modo che la Germania Ovest, divenisse il baluardo dell’Occidente contro il mondo comunista. Dato che la povertà dei tedeschi era ormai insostenibile ed il popolo era alla fame, in Germania fu introdotto il Nuovo Marco. Questo non piacque all’URSS e le truppe dell’Armata Rossa, nel ’48, bloccarono Berlino. Gli occidentali crearono un ponte aereo per rifornire i berlinesi, poi dopo quasi un anno i sovietici si convinsero che non era il caso di andare oltre e crearono la Repubblica Democratica Tedesca. Ad Occidente fu creata la Repubblica Federale Tedesca e visto che quest’ultima godeva di un benessere molto superiore all’altra, gli anni cinquanta del secolo passato videro un continuo migrare dalla parte comunista a quella capitalista. Dato che questi profughi che scappavano erano in larga parte giovani laureati, tecnici, ingegneri e così via, la situazione economica della parte Est si aggravava, per porre rimedio a questa fuga di cervelli e non solo, nel 1961 fu eretto il famoso muro di Berlino.

In URSS, dal 1965 in poi non vi erano stati grossi cambiamenti e per circa un ventennio l’economia rimase stabile, anche se il blocco di Berlino, aveva fatto perdere ai sovietici credibilità e simpatia in tutto il mondo. Nel 1985 fu eletto segretario del Partito Mikhail Gorbaciov (poi presidente dal 1988), il quale da subito cominciò un’operazione di rinnovamento delle obsolete strutture dirigistiche dei vecchi burocrati del potere sovietico. Questa ristrutturazione (in russo Perestrojka) agiva su più livelli, trasparenza, accelerazione economica e trasformazione del sistema consolidato. Se sulla politica estera i cambiamenti di Gorbaciov ebbero sicuramente un impatto positivo, non si può dire altrettanto per quanto riguarda le condizioni di vita all’interno dell’URSS; infatti, la mancanza di strutture giuridiche appropriate in grado di garantire un adeguato controllo sulla proprietà e sulla regolarità dei contratti, la corruzione imperante, la micro delinquenza, la emergente mafia russa, erano tutti freni al libero commercio. Lo smantellamento delle strutture statali, senza un’adeguata pianificazione economica interna, portarono l’Unione Sovietica nel caos in brevissimo tempo. Ancora oggi, in molti paesi indipendenti si rimpiange il regime comunista che se non dava libertà di parola, almeno dava da mangiare, istruzione e sanità, pubbliche. D’altronde la politica della guerra fredda aveva raggiunto dei costi insostenibili per il blocco sovietico e la politica del disarmo, portata avanti da Gorbaciov, dette subito i suoi frutti. Egli divenne il simbolo della pacificazione tra Oriente ed Occidente, tanto che vinse il Nobel per la Pace nel 1990. Questi cambiamenti della politica sovietica, smossero gli animi di molti paesi appartenenti al blocco comunista. In Polonia, ad esempio, il sindacato Solidarnosc, organizzazione segreta poi trasformata in partito, nel 1989 andò al governo. Gli abitanti della Germania Est avevano nel frattempo trovato un modo di evadere recandosi nelle ambasciate della Germania Ovest, a Praga, Budapest e Varsavia. Ma la mossa decisiva stava arrivando dall’Ungheria: si sparse la voce che sarebbe stata abbattuta la frontiera con l’Austria. Migliaia di tedeschi dell’Est si precipitarono al confine e, il 10 settembre, la frontiera fu aperta. A Berlino la situazione si fece insostenibile per il governo della Germania Democratica e quando la popolazione decise che il muro andava abbattuto, i soldati di guardia furono ritirati e la gente poté, scavalcando il muro, riabbracciare i parenti e gli amici che non vedeva da trentotto anni. Le condizioni economiche della Germania Est erano più che precarie, s’imponeva quindi una riunificazione delle due metà. Per far ciò, nell’ottobre del ’90, la Germania Est si sciolse ed i suoi possedimenti furono inglobati dalla Germania Federale.

Adesso che era esploso il blocco comunista in tutti i paesi dell’orbita sovietica si crearono movimenti rivoluzionari tendenti a rovesciare i governi autoritari imposti dai sovietici, che avevano in tutti i modi osteggiato la Perestrojka. Si trattava in particolare di Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria. In Cecoslovacchia il regime fu rovesciato in maniera non cruenta ed il capo dei contestatori Havel divenne presidente. Ben diverso fu il caso rumeno che vide l’uccisione del dittatore Ceausescu e di sua moglie, fucilati pubblicamente. Mentre in Bulgaria i ribelli portarono il presidente Zikov a dare le dimissioni.

Il 26 dicembre del 1991, con un referendum popolare, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche si sciolse ufficialmente. Le nazioni che la componevano sono oggi tutte indipendenti, ma dovranno passare molti anni perché diventino autonome economicamente, infatti, la promessa libertà di mercato ha trovato, questi paesi, impossibilitati ad esportare le proprie produzioni, di livello assai inferiore a quelle occidentali e quindi, costretti ad importare beni, a chiudere le fabbriche obsolete e mandare per la strada migliaia di lavoratori. La forbice del reddito si è allargata e chi era un ex dirigente del partito o un delinquente si è arricchito in maniera spropositata, mentre il popolo patisce la fame, l’ignoranza e le malattie.


Orlando Ciampini

 

         (1)     A questo proposito Mussolini ebbe a dire, rivolto alle truppe: "So che siete dei buoni padri di famiglia; questo va bene a casa, ma non qui. Qui non sarete mai abbastanza ladri, assassini, stupratori" (questo era il fascismo). Considerando le atrocità commesse in Slovenia, Dalmazia e, soprattutto, in Montenegro da parte delle truppe italiane, non mi meraviglio che, nonostante l’impegno delle due nostre Divisioni partigiane, Italia e Garibaldi, l’odio degli slavi nei nostri confronti sia sfociato nei tristi episodi delle foibe. Gli italiani, guidati dal generale Roatta sfruttarono l’odio, che i Cattolici Croati ed i Serbi Ortodossi avevano per i comunisti, per utilizzarli in operazioni di tremenda repressione, in una fratricida carneficina.



domenica 1 aprile 2012

Sempre peggio

Devo ammettere che riesco ancora a stupirmi, nonostante tutto. Questo servizio delle Iene è veramente disarmante, non tanto per il sacerdote malato di mente che segue i suoi istinti viscerali, ma quanto per i suoi superiori, vescovo in primis, che non l'hanno ancora rimosso, seppure vi siano state miriadi di denuncie. Poi, siamo onesti, se ne sono venute a conoscenza Le Iene, possibile che la cosa non abbia avuto risonanza a livello delle gerarchie ecclesiastiche. Certo, sappiamo di certi festini in diocesi, avvenuti pochi anni fa e subito insabbiati da tutta la stampa. Mi riferisco alla diocesi di Firenze, ma sicuramente altre sedi vescovili non sono immuni da orgiastiche manifestazioni, più legate al culto di Bacco e di Priapo, che a quello di Cristo.
Bello sarà quel giorno in cui tutte le chiese, le moschee, le sinagoghe ecc, diverranno musei e la religione rientrarà, di dovere, nel campo della mitologia insieme agli dei greci e romani.


Le iene-il prete con il chiodo fisso di skorpion-05