"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

lunedì 28 febbraio 2011

Stop allo spot

Daniele mi segnala con un commento, che lo spot sul nucleare è stato bloccato dal giurì (vai sul sito di Slow Food e leggi la notizia, come puoi notare il sito ha un marchio, che è una garanzia)
La cosa mi fa molto piacere, anche se forse, ne andava bloccata la messa in onda. Possibile si chiuda sempre la stalla, ecc.,ecc... Sgarbi pochi giorni fa, condannava le infiltrazioni mafiose nell'eolico, cosa che tutti condividiamo, se non fosse che il messaggio occulto era: usiamo il nucleare (dove notoriamente la mafia non ha nessun interesse in ballo). Ci governano con la paura e con una palese disinformazione. Anche le dichiarazioni del governo, sull'arrivo di più di un milione e mezzo d'immigrati dalla Libia, se ci facciamo due conti, sono una grandissima puttanata. Consideriamo, per assurdo, che i profughi dispongano della nave crociera Costa Deliziosa, che porta la bellezza di 3000 passeggeri. Bene, per portare tutto il milione e mezzo di profughi, previsto dal buon Maroni e soci, dovrebbe fare la spola tra Libia e Italia 500 volte all'andata e altrettante al ritorno. Ora, escludendo che i profughi libici, abbiano a disposizione questa nave, pensate quanti barconi, o canotti, o battelli, che portano poche decine di persone, dovrebbero viaggiare in su e in giù per il Mediterraneo. Il bello è che ne parlavo a pranzo, con una ex sinistroide passata ad adorare il porconano, non c'è stato verso di farglielo intendere. Sono lobotomizzati dal sistema, non è possibile avere un minimo dialogo, sono una setta pericolosa: hanno fede nel loro messia. Credono a qualsiasi stronzata, senza ragionare, ho più paura di loro, che dei fondamentalisti islamici. Oggi, di fronte al muro di ostinate cazzate che mi si è parato davanti, ho perso la calma, erano anni che non m'incazzavo in queto modo, ma il troppo è troppo! Sono stato accusato di essere invidioso di Berlusconi, dei suoi soldi. L'ultima cosa al mondo che vorrei, è assomigliare in qualcosa al pedoporco. La cultura dell'invidia, è cosa loro. Io appartengo alla cultura della giustizia sociale, della ripartizione della ricchezza; ma non per invidia, perchè nel mondo si muore di fame. Se penso che è grazie a gente così, che stiamo subendo questa condanna, il mio LECITO sentimento d'odio s'impenna e raggiunge vertici, che nemmeno io sospettavo. Il cattolicesimo dalla doppia morale e l'ipocrisia dei difensori dei valori alternati, mi stanno devastando le gonadi. Facciamoci prestare la ghigliottina, dagli antipatici cugini d'oltralpe e godiamoci il nostro, période de la terreur .

sabato 26 febbraio 2011

Vergognamoci

E' bene sapere che cosa dicono di noi all'estero, anche se da fastidio. Quello che mi domando, è perchè mi devo vergognare anch'io che, non solo non l'ho votato, ma... (autocensura).



Poi mi scappa, impellente, da commentare il "mercato delle vacche" che definirei più dei porci. Sarà possibile, che questi delinquenti che rubano a noi cittadini stipendi da favola, che hanno agevolazioni per noi impensabili, che vanno in pensione con due anni e sei mesi di dolce far niente,  possano vendersi per 150mila Euro? Voglio dire, questi porci, si vendono per nemmeno mezzo appartamentino. Il mio, che son tre stanze, vale quasi il doppio. Hanno proprio bisogno di mandare l'Italia a fare in culo, per questa miseria?  Anche le troie del bunga, pretendono di più. Capisco che per uno di noi, comuni mortali,  sono parecchi soldi. Però, vi giuro, senza fare l'eroe, che non mi venderei al nemico per questa cifra e dio (quello minuscolo, non scomodiamo l'altro che è impegnato sul fronte musulmano) solo sa, quanto ne avrei bisogno. Certo, tutti hanno un prezzo, non dico in assoluto che resisterei a tutte le offerte; ma io sono un morto di fame, non uno strapagato leccaculo. Quindi, se chi si vende mi fa schifo, chi si vende per poco e svende la Patria (dio, cosa mi tocca dire!), mi fa ancora più vomitare.

Coraggio Valeria, ce la faremo!

Sono brutti momenti!  Non mi riferisco, solo, alla Libia.  Vorrei avere il coraggio di usare termini pesanti, per
commentare quello che il governo italiano ha fatto in tutti questi anni, per prostrarsi al rais. Mi limito a dire che bisognerebbe dargli "cinque miliardi" di calci in culo. Perchè non posso esprimermi liberamente sul blog? Perchè, anche se siete pochissimi a leggerlo, il clima è veramente pesante. La settimana scorsa, Valeria Rossi ha subito un sopruso da parte della Polizia, come potete leggere più sotto e io non sono per niente tranquillo, anche perchè, la Polizia è al corrente della mia simpatia, per alcuni gruppi extraparlamentari a cui sono associato e che loro non vedono di buon occhio. Quindi rischiare una, antipatica, visita dei pulotti solo per dire che il governo e tutti i destroidi, sono dei pezzi di merda, che dovrebbero far la fine di Saddam, non mi pare il caso; quindi, non lo dico!
Credevo di essermi lasciato alle spalle gli anni di repressione, quelli di Radio Alice, per capirsi.  Invece, guardate che bella stagione viviamo:

"Savona & Ponente", la testata online di Valeria Rossi, è stata sequestrata. In dieci uomini, tra Digos e Polizia Postale, sono entrati a casa di Valeria e hanno sequestrato tutti i computer, gli hard disk, le chiavette, perfino le schede di memoria della macchina fotografica. Si sono portati via anche i computer del figlio, informatico, che nulla aveva a che fare con la vicenda e che ha perso molti lavori in consegna. Hanno perquisito ogni cosa, gli armadi, i cassetti, hanno frugato tra la biancheria, tra le posate, ovunque. E per finire hanno ispezionato due automobili sgangherate, la sua e quella di suo marito, e il vecchio camper.

Quello che si trova sul blog Savona e Ponente

Perchè? Cosa ha fatto Valeria? Stava mettendo in piedi una pericolosa cellula terroristica? Traffico di armi? Forse addirittura un giro di prostituzione minorile? No, per quello avrebbero dovuto passare dalla richiesta di autorizzazione a procedere che il Parlamento avrebbe certamente negato. Molto più banalmente, Valeria voleva uccidere Berlusconi.

Ha fatto bene dunque la Procura di Bologna? Certo. Così come avrebbe dovuto perquisire e sequestrare i blog, i computer, le redazioni e tutte le edizioni che si occupano di satira, come pure le case dei registi, dei produttori, degli attori, magari anche le sale dei cinematografi e le tasche degli spettatori che hanno proiettato o guardato almeno una volta Shooting Silvio. Sì, perché l’articolo di Valeria, per quanto nel merito possa piacere o meno, era un evidente pezzo di satira, perfino classificato come tale nella categorizzazione della testata , che asseriva di avere le prove definive che Berlusconi era un alieno, insieme a La Russa, a Brunetta e alla Santanchè. Il che, lo ammetto, per l’estremo realismo del paragone deve avere tratto in inganno più di un magistrato.
Gli avvocati che hanno richiesto il sequestro di Savona & Ponente hanno fatto un collage di alcune frasi presenti nel testo, saltando accuratamente quelle dalle quali risultava che si trattava di semplice quanto evidente ironia. Ma è credibile che il giudice che ha disposto il sequestro della testata e dei computer di Valeria, ordinando a dieci uomini di cercare un’arma da fuoco in tutti i luoghi frequentati abitualmente dalla giornalista, ci abbia creduto senza neppure verificare con i propri occhi di cosa si sta parlando, magari facendo un paio di click dopo avere avviato una connessione internet? Chi paga per tutto questo dispendio di risorse pubbliche? Quanti mesi, forse anni, dovranno restare i computer di Valeria e di suo figlio, insieme a tutto il prezioso lavoro che contenevano, impilati uno sopra l’altro in archivi polverosi, trattati Dio solo sa come, senza neppure un sigillo a garantire che i dati non vengano manipolati ex post? Siamo sicuri che dietro l’atto non si celi la volontà di rendere indisponibili le inchieste di carattere ambientale portate avanti da Savona & Ponente, forse una delle poche testate ad occuparsi del termovalorizzatore di Savona?
E soprattutto: perché ancora nel 2011 per chiedere la rimozione di un singolo articolo ci sono magistrati che ordinano il sequestro di un intero blog o testata, rendendo così indisponibili ai cittadini centinaia, migliaia, forse anche decine di migliaia di informazioni non interessate dal provvedimento cautelativo?
Questa barbarie digitale deve finire. E’ necessaria una legge che porti un grado minimo di consapevolezza informatica nei palazzi del potere, e conseguentemente negli uffici dei magistrati. Altrimenti continueremo ad usare il cannone per sparare alle mosche.

Tratto da INDIPEDIA (clicca quì)














lunedì 21 febbraio 2011

Beni archeologici mori...Bondi



Una domenica veramente interessante, quella che è appena trascorsa. Ero a Firenze, dove si è svolto, l'VIII Congresso Nazionale di Archeologia Viva (vedi link a fianco). Il Palacongressi era totalmente esaurito, oltre ai milleduecento posti a sedere, in alcuni momenti non c'erano nemmeno posti in piedi, le scalinate erano gremite. Ovviamente essendo l'incontro durato dalle 8,00 di mattina alle 18,30, non sempre l'affluenza è stata così alta, ma direi che in generale gli argomenti trattati hanno riscosso il grande favore del pubblico. Purtroppo, il mio Professore di Civiltà Egee, Louis Godart, non è potuto intervenire causa influenza. Lo stasso dicasi, della "archeologa dello spazio"-come lei stessa si è definita- Margherita Hack, che però ha potuto "materializzarsi" tra noi, grazie alla videoconferenza. Ho notato che il pubblico è cambiato durante la giornata; la mattina c'erano in prevalenza ragazzi giovani, ma l'età media, si è elevata durante il dopopranzo, fino all'intervento della Hack. Molti sono stati i riferimenti dei relatori, alla situazione politica attuale, che vede un drammatico taglio di fondi, alla ricerca e alla conservazione archeologica del Paese. Alcuni non sono andati per il sottile, come la stessa Hack che, raccontando di come da piccola avesse imparato a leggere con Pinocchio di Collodi, ha definito il libro: "Attualissimo", dato che, parole sue, "Siamo governati da un Pinocchio!". Nonchè, ha salutato la platea con l'augurio di un governo migliore di questo; 89 anni di lucidità assoluta, anzi, come ha fatto notare il giornalista Viviano Domenici, ancora non è stata fatta, Senatore a Vita(forse perchè ha militato nell'estrema sinistra?). Andrea Carandini (non nascondo l'emozione che ho provato, dato che l'ultimo esame che ho dato, verteva in buona parte su di lui), parlando della domus transitoria ossia della Domus Aurea di Nerone e di come egli amasse circondarsi di personaggi adulanti, ha tratto una logica conclusione: "Ai  tiranni, piace governare da casa!". A quest'affermazione, sono seguiti alcuni minuti di applausi a scena aperta. Io prendo atto che, la stragrande maggioranza, per non dire tutte, le persone che erano presenti, hanno dimostrato un vivo disprezzo per questo governo. Devo trarre la conclusione che il mondo della cultura, è ancora palesemente di sinistra? Oppure, si tratta solo di persone di buon senso, slegate da modelli ideologici, che si sono rotte le palle di essere prese per il culo? In entrambi i casi, la necessità evidenziata da questo congresso, è che la banda Berlusconi, lasci il posto a persone più capaci e responsabili, altrimenti fra pochi anni, il nostro patrimonio archeologico, sarà un ricordo sfocato.
La platea
L'intervento di Margherita Hack
Andrea Carandini

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora, quando?

Oggi si svolgerà la grande protesta delle donne italiane. Forse, protesta, non è la parola giusta per definire questa manifestazione. Sarebbe meglio definirla, una rinnovata presa di coscenza, un messaggio delle donne, alle altre donne più giovani; un messaggio di ogni donna a se stessa, per ritrovare un identità ignorata da questa cultura orgasmocentrica. Credo sia un'occasione anche per noi uomini, un modo per dire: "Non siamo come vorrebbero farci sembrare!". Non è moralismo, non è falsità, anch'io guardo le donne, eccome! Io, pero, dopo milioni d'anni d'evoluzione, capisco quale sia il limite oltre il quale non è possibile spingersi, senza regredire allo stato bestiale. Berlusconi e i suoi sodali, evidentemente, no! Quindi, oggi, vorrei che fosse la manifestazione della normalità, di donne e uomini, con i loro difetti, ma anche con la grande consapevolezza di essere persone e non bestie arcoriane.  


Per la seconda volta in pochi giorni, pubblico un articolo della De Gregorio, che in fatto di donne consapevoli, va lasciata stare.

Suore e puttane

di Concita De Gregorio, l’Unità, 8 febbraio 2011

Nel disperato e spaventato tentativo di far sembrare la manifestazione di domenica prossima una piccola cosa, una cosa di donne, sono scese in campo le truppe da combattimento dei sostenitori e dei fiancheggiatori dell’Arcore style. Quelli che, a partire dall’anziano Ostellino, spiegano che ogni donna è seduta sulla sua fortuna dunque che male c’è, è sempre andata così, l’Italia in fondo è veramente un bordello abbiamo letto di nuovo ieri sul Corriere. I più raffinati, per così dire, schierano donne a denigrare altre donne nel tentativo di scatenare quella che, se solo si scatenasse, chiamerebbero entusiasti una rissa da pollaio. Il sottotesto, il retropensiero divertito di chi manda in tv e mette in prima pagina le Santanchè da combattimento è il seguente: ecco, guardate, donne contro donne. Come se le donne non rispondessero alle categorie di ogni essere umano e non ce ne fossero di ladre e di oneste, di servili e di libere, di capaci e di inette. Gli argomenti più in voga, per denigrare chi crede che le donne siano capaci per prime di reagire al “sistema” piuttosto che adattarvisi, sono i seguenti: sono femministe, moraliste. Predicavano il libero amore ora si atteggiano a suore. Le brave ragazze contro le prostitute, le madri contro le puttane, il mondo diviso in Maria e Maddalena così come i libri sacri ci insegnano, come gli uomini in fondo desiderano. Le puttane per strada offendono il decoro urbano, in villa sono accompagnate dagli autisti. Il femminismo e il moralismo non c’entrano: molte suore hanno firmato il nostro appello e parecchie prostitute, preti e libertini come se aveste la pazienza di leggerci capireste. Ammesso che l’obiettivo sia capire, naturalmente. Carla Corso, una donna di 65 anni che è stata ed è leader del comitato per i diritti civili delle prostitute, ci racconta oggi perché aderisce alla manifestazione. Dice, a un certo punto: “Noi eravamo in lotta contro il mondo, volevamo rompere l’ipocrisia, queste ragazze non sono contro ma sono funzionali al sistema”. Il femminismo è stato un movimento politico portatore di diritti. Le ragazze che negli anni Settanta non erano nate, quelle che come me andavano alle elementari non hanno combattuto quella battaglia: ne hanno goduto i frutti. Ma i diritti non sono dati per sempre, vanno difesi: con la cultura, con la consapevolezza. Scrivevo anni fa le storie vere di Dalia, la ragazzina dell’Est venduta dalla nonna a 12 anni, di Cristina, la studentessa che fiera di farlo rivendica il suo diritto a fare la puttana. La libertà consiste nel darsi il destino che si vuole. Credo che il “sistema” di cui parla Lele Mora e che da decenni è un modello di referimento per generazioni di ragazze – quelle sulle copertine dei rotocalchi, in tv – proponga come strada per la realizzazione di sé una libertà condizionata alla sottomissione. Un mondo di cortigiane, dice Carla Corso. Il problema non è mai chi vende, è chi compra. L’amore è gratis, si può fare in quanti e come si vuole. Anche vendersi è lecito. E’ l’acquisto all’ingrosso, della società intera, che fa schifo. In specie se si comprano adolescenti: che siano consenzienti, e i loro padri con loro, non migliora. Peggiora piuttosto la responsabilità di chi dovrebbe indicare altri orizzonti e non lo fa. Di chi cavalca la sua privata debolezza spacciandola per legge di vita.



martedì 8 febbraio 2011

G. G. Belli?

Circola da qualche giorno sul web, questo sonetto.
Viene attribuito a Giuseppe Gioacchino Belli, il poeta romanesco del XIX secolo.
A me, l'ha inviato per email, il mio amico Piero, nella convinzione della sua autenticità.

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la Madonna


Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi


Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse


Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte


Molto carina, ma falsa!

Non è un sonetto del Belli, a quell'epoca non esistevano le pensioni e le imposte sul reddito.
Fra l'altro, il Belli, usa un romanesco di piu di un secolo e mezzo fa, ed è molto meno comprensibile per noi non-romani.
Chi l'ha inventata, forse, voleva farci rassegnare allo stato attuale delle cose.
Ma noi non ci caschiamo!
Questa poesiola è solo un amara constatazione, della recente attualità berlusconiana.

Leggi i sonetti del Belli, quelli veri!

sabato 5 febbraio 2011

L'alternativa

Se vi avventurate nella lettura dei quotidiani esteri, la domanda implicita, che tutti i giornali ci fanno, è la stessa: "Perchè vi tenete Berlusconi?". E' la stessa domanda che ci facciamo anche noi, ma noi abbiamo una risposta, preconfezionata, che ormai è diventata un tormentone: "Perchè a sinistra non c'è un alternativa credibile!". Io sono stanco, di questa risposta. Intanto bisognerebbe stabilire, quale dovrebbe essere, secondo l'opinione corrente, l'alternativa; se quest'alternativa deve essere un contr'altare di Berlusconi, mi dispiace, ma sono contento che non ci sia. Non mi piace il mondo di plastica, in cui si è chiuso questo modo di fare politica. Non mi piace il berlusconismo e tutte le sue patinate faccie da culo. Ergo: non voglio un alternativa a Berlusconi! Voglio una politica completamente diversa, con a capo un uomo (o una donna)normale,  che non viva in un mondo da Siddharta, ignorando i problemi della gente. Non m'interessa, se non è telegenico o tende ad invecchiare, m'interessa che sia una persona capace. Penso che di persone del genere, a sinistra, ce ne siano parecchie. Il fatto è che noi siamo caduti nella trappola del confronto multimediale. La strada non è quella del leader massimo, del duce arringatore di folle, la strada da seguire è quella della coerenza, dell'onestà, della Costituzione. Prima, però, dobbiamo eliminare Berlusconi dalla scena politica e l'unico modo che abbiamo per tentare di farlo sparire (a meno che qualcuno non ci faccia la grazia), è di partecipare alle manifestazioni. Proprio ieri ha ribadito, d'essere amico di Mubarak, mandiamoli insieme ad Antigua. Io preferirei a Piazzale Loreto, ma meglio di niente...!

Da Montelupo si vede Capraia, Cristo fà la gente e poi l'appaia!
                                                              (antico proverbio toscano)