"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

sabato 27 novembre 2010

Lettera aperta di Francesco Paolo Oreste

C’è un poliziotto tra i blocchi stradali di Terzigno. Un poliziotto che sta dalla parte dei manifestanti.   E’ in prima linea al fianco dei comitati civici contro l’apertura della seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio. E critica severamente “l’uso sproporzionato della forza da parte dei miei colleghi: ho assistito coi miei occhi a scene di violenza inenarrabili”. L’agente anti-discarica si chiama Francesco Paolo Oreste, ha 37 anni ed è in polizia dal 1997. Attualmente lavora nei servizi investigativi e di polizia giudiziaria del commissariato di Pompei. Da due anni e mezzo è consigliere comunale del Pd a Boscoreale. Ha fondato un’associazione, ‘Eureka’, che organizza iniziative culturali e presentazioni di libri.



Qualcuno deve scusarsi con Carla, comincio io.
In realtà meriterebbero delle scuse anche Angelo e tanti altri, ma per colpirti alle spalle non c’è bisogno di guardarti negli occhi, per colpire Carla sul naso invece qualcuno ha dovuto farlo per forza.
Mi scuso a nome di tutti quelli che indegnamente indossano la mia stessa divisa.
Io, quando ero piccolo, sognavo di fare il paladino della giustizia poi, da grande invece volevo semplicemente mettermi al servizio della speranza in un mondo migliore.
Altri, evidentemente, non sognavano, e sono rimasti piccoli, piccoli, così piccoli da non conoscere la differenza tra servitore e servo, piccoli e con la schiena curva, Carla, tanto da non arrivarti agli occhi, né al cuore, altrimenti non ti avrebbero mai colpita sul naso.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di tutti coloro che potevano trasformare in diecimila le mille persone che erano intorno a te a manifestare pacificamente. Con loro, i dieci lanciatori di pietre sarebbero diventati dieci su diecimila, ieri, invece, erano solo dieci su mille. Gli altri novemila hanno lasciato che Tu fossi lì da sola a subire, oltre la beffa, il danno.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di chi continuava a lanciare sassi ed ignoranza contro un nemico che non conosceva mentre tu ci dicevi che quei sassi “sporcavano” la tua protesta, erano altro da te e dal tuo no.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di tutti i diritti che ti sono stati negati. Mi scuso per il tuo diritto alla salute, per il tuo diritto a dire pacificamente no, per il tuo diritto a vivere, sperare, esserci, parlare, vedere, ridere, sognare, andartene di sera in giro con il tuo ragazzo a divertirti e a crescere. I tuoi diritti si sono fatti derogare da leggi e decreti, senza opporsi, senza ricorsi. Ti hanno lasciata li’, al posto loro.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome della Verità che si è lasciata pagare come una meretrice, che si è lasciata interrare come un escremento, che si è lasciata scaricare e seppellire come il più tossico dei rifiuti, che ti ha lasciato lì da sola a gridarne il nome e le ragioni.
Mi scuso a nome suo.
E infine, senza meno, mi scuso a nome mio, che dinanzi alla rabbia ed alla vergogna mi ero rifugiato nel silenzio.
Mi scuso a nome mio.

sabato 20 novembre 2010

ChiesaNews

Evento storico!
Il papa apre al preservativo.



 Nuovo modello di camauro con serbatoio.

venerdì 19 novembre 2010

L'antimafia dei fatti





La polemica tra Roberto Saviano e il ministro leghista Roberto Maroni sulla presenza de l'endrangheta in Lombardia ha fissato l'attenzione su una situazione criminale che anche Il Vascello ha già parecchie volte evidenziato in chiave cremonese, con particolare preoccupazione per alcuni grandi cantieri in progetto e per alcune situazioni o presenze sospette, evidenziate persino in ordini del giorno e documenti pubblici.
La Direzione Distrettuale antimafia è molto precisa e, attraverso lo scrupoloso lavoro condotto dai colleghi professionisti di MilanoMafia abbiamo anche una precisa mappa delle zone di influenza del nostro territorio dove i clan criminali dominanti sono quelli delle famiglie Grande Aracri, Ferrazzo e Piromalli.
La Dia lancia l'allarme complessivo sulla progressiva e costante evoluzione delle cosche calabresi nelle regioni del Nord Italia che si esercita anche nelle aziende e si infiltra negli appalti pubblici. Descrive con precisione le tecniche di infiltrazione criminale.
I metodi i sono la costante ricerca di una generica benevolenza verso le loro imprese spesso orientate dalla mafia a realizzare iniziative volte a raggiungere un consenso incondizionato, cioè un clima favorevole per portare a successo le operazioni dietro la facciata .Altrimenti azioni forti tese all''assoggettamento, attraverso le minacce, le estorsioni o la offerta di protezione reclamando così di poter garantire la tranquilla esecutività dei cantieri.
Con questi mezzi gli imprenditori criminali si infiltrano nei tessuti aziendali sani. E stringono il cappio non appena si avverte qualche segno di reazione o, all'incontrario, di cedimento della robustezza dell'impresa,
Così si dice nel rapporto della Direzione Investigativa dove si ricorda che alcuni compartimenti della criminalità organizzata sono riusciti ad interagire con settori della pubblica amministrazione. La Dia parla di veri e propria legami tra mafia e politica, gli stessi sottolineati in Lombardia da Roberto Saviano nella puntata di "Vieni via con me" che ha fatto infuriare Maroni.


fonte vascellocr.it


nota di Daniele: 
 Il televisivo arresto ad effetto di Jovine non è un caso, questo governo è chirurgicamente attento a non tralasciare qualsiasi particolare mediatico, e l'arresto del boss casalese va letto in tal senso, così come nessuno dice che il fermo è avvenuto grazie alle "famigerate" intercettazioni...



Dopo quattordici anni di latitanza, basta una parola detta in televisione e .... MIRACOLO!
Che strane coincidenze! Proprio il giorno dopo. Sembra quasi che sapessero dove cercare.
E' proprio il governo dei fatti! Per forza, con tutta la coca che sniffano, altro che fatti...

lunedì 15 novembre 2010

Pro memoria



Una battuta del mio amico Andrea Bersani, per ricordarci come la chiesa, sia imparziale nei giudizi. L'orco Dio del Bagonghi, c'è costato uno sfracasso di euri (con la i). Non voglio più censurare il puttaniere, per le sue troie. Ci costano molto meno dei preti. Poi, egregio Presidente, se dici di non essere gay, perchè ce lo metti, sempre, nel culo?

venerdì 12 novembre 2010

Calamandrei



C'è stato un uomo che aveva già previsto tutto. Un uomo di sinistra, della resistenza, un antifascista, un grande uomo. Quest'uomo era Piero Calamandrei, il quale sessant'anni fa,  sapeva che un giorno, ci sarebbe stato un problema per la democrazia. E' notizia di oggi che il governo ha portato i fondi, per le scuole private, da 150 a 245 milioni di euro, leggasi 474,38615 miliardi di vecchie lire. Oggi, più che mai,  è opportuno rileggere le parole di Calamandrei e domandarsi: "Non sarà il tempo di liberarci, dalla merda che ci ricopre?". L'otto per mille alla chiesa, è di per se un'abominio. Se a questo si aggiungono anche i finanziamenti dati alle scuole cattoliche, siamo alla farsa più totale. Si levano risorse alla scuola pubblica e si danno alle scuole merdacee, di questo sporco mondo che chiamiamo Vaticano. Bello sarà il tempo, in cui le chiese saranno musei e i preti saranno un ricordo, tenuto vivo da qualche impolverata mummia in abito talare, rimasta sotto gli altari. Nel frattempo, per risolvere due problemi in uno, il governo potrebbe stipare i rifiuti di Napoli, direttamente a Pompei. Tanto in Italia si taglia tutto, meno i fondi alle scuole private.



Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

A questo punto, abbiamo fatto trenta.... leggiamo anche l'epigrafe seguente, che se non centra niente con la scuola, dimostra il valore morale e politico, di una generazione perduta.



Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.
A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti), dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista. L’epigrafe afferma:


Lo avrai

camerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani

ma con che pietra si costruirà

a deciderlo tocca a noi



Non coi sassi affumicati

dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio

non colla terra dei cimiteri

dove i nostri compagni giovinetti

riposano in serenità

non colla neve inviolata delle montagne

che per due inverni ti sfidarono

non colla primavera di queste valli

che ti videro fuggire.



Ma soltanto col silenzio del torturati

più duro d'ogni macigno

soltanto con la roccia di questo patto

giurato fra uomini liberi

che volontari si adunarono

per dignità e non per odio

decisi a riscattare

la vergogna e il terrore del mondo



Su queste strade se vorrai tornare

ai nostri posti ci ritroverai

morti e vivi collo stesso impegno

popolo serrato intorno al monumento

che si chiama

ora e sempre


RESISTENZA






Introduzione a cura dell'ANPI

giovedì 11 novembre 2010

Diritto negato




In nome di cosa o di chi si può negare, ad una persona, la dignità della morte? Come possono altre persone, decidere della mia vita? La mia vita! L'associazione Luca Coscioni porta avanti, da anni, questa battaglia. Una battaglia per la libertà di tutti, poichè se io scelgo di essere libero di morire, anche voi, in quel momento, siete un po' più liberi. Ogni libertà del singolo, è la libertà di tutti. Quando i fascisti  picchiano un omosessuale, tutti noi, siamo meno liberi. Quando un bambino viene fatto nascere per forza, pur avendo gravi patologie che gli faranno vivere una vita di merda, siamo tutti sconfitti. Quando si nega l'eutanasia, allora sì, che si commette un delitto. 

sabato 6 novembre 2010

Libertà per gli antifascisti!





E' impensabile che nel 2010, ci siano dei compagni rinchiusi in galera, perchè esprimono le proprie idee. Contrastare il fascismo, è un dovere del cittadino italiano. E' scritto nella nostra Costituzione, che sembra diventata la carta igienica del governo e dei funzionari di Polizia. Chiudiamo le sedi dei fascisti!!! Se non ci pensa l'autorità, non ci si deve meravigliare, che ci pensino i compagni coscienziosi, ossequiosi della Carta Costituzionale.


Stroncare le prove di fascismo e rivoltarle contro chi le ha promosse è possibile!
A Pistoia il 19 novembre si svolge l’ultima udienza del processo contro i compagni accusati di aver attaccato la sede di Casa Pound, l’11 ottobre 2009. Grazie alla mobilitazione e alla solidarietà le accuse di “devastazione e saccheggio” sono state smontate, fuori e dentro l’aula del Tribunale è stato dimostrato che il processo era una montatura per colpire il movimento antifascista e antirazzista in Toscana, il Pubblico Ministero, Boccia, è stato costretto alle dimissioni, i fascisti e altri testimoni dell’accusa sono stati sputtanati e denunciati per “falsa testimonianza”, i compagni di Livorno e Pistoia hanno curato un dossier sui legami fra le organizzazioni fasciste e la Questura di Pistoia. La lotta continua anche dopo la sentenza: il Questore di Pistoia Manzo, amico dei fascisti e regista della montatura giudiziaria, deve essere cacciato! Presido di lotta e solidarietà 19/11 dalle 9 al Tribunale di Pistoia. Libertà per gli antifascisti! Stroncare le prove di fascismo

Comunicato CARC

giovedì 4 novembre 2010

Professori libertini




Formuliamo l’ipotesi che un professore delle medie, una mattina arriva in classe e dice: “ M’alzo presto tutte le mattine, vengo a scuola, dopo a casa correggo i compiti. Quindi, niente di male, se la domenica mi faccio due tiri di coca e m’inchiappetto una troia”. Dieci minuti dopo, è espulso da tutte le “scuole del regno”, con un’incriminazione per droga, sfruttamento della prostituzione e circonvenzione di minori. Credo che tanti applaudirebbero e invocherebbero, una punizione esemplare. Altra ipotesi: un altro professore, durante una lezione dice: “ I bianchi sono meglio dei ‘negri’!”. Magari in classe c’è anche un bambino dalla pelle scura che chiama: “Abbronzato”. In tutti i modi, il prof. viene spedito a raccattare cartoni, e speriamo che non ne trovi. Un altro simpatico professore di questa scuola sfigata, racconta barzellette in classe, sbeffeggiando la shoah e condendo il tutto, con una bella bestemmia finale. Non pago, fa l’elogio di un capomafia, che: "... in fondo, è stato un eroe!”. Credete che gli rinnovino il contratto? Se le stesse cose le avessero dette in casa loro, sarebbero ugualmente degli idioti, ma non ci sarebbero strascichi.
Voi direte: “Con tutto quello che ha combinato Berlusconi, tangenti, mafia, stragi di stato ecc…queste sono bagatelle!”. E’ vero, ma una sola di queste cose, costa il posto al professore, in quanto rappresentante di un istituzione, con dei valori da salvaguardare. Marrazzo, per la stessa cosa è sparito di scena. Ah no, scusate, mi sono sbagliato; Marrazzo è andato coi trans, questo è molto più grave. Silvio, non è mica gay!

lunedì 1 novembre 2010

Sistinatour





Mio cugino Francesco, mi ha inviato un link per la visita virtuale della Cappella Sistina. Dato che ce ne sono diversi, ma questo è il più bello che ho visto, ve lo pubblico. Fatevi un giretto tra gli affreschi, ne vale sempre la pena. Io l'ho vista, per la prima volta dal vivo, l'anno scorso e devo dire che lascia senza fiato. Questa riproduzione ha una risoluzione eccezionale, direi "ottopermille".
Buon viaggio!