"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

martedì 28 settembre 2010

OTTOBRE ROSSO sangue

Ieri ero a Roma e passando, in autobus, davanti a Palazzo Grazioli, una  signora si è lamentata del fatto che la fermata vicina  al palazzo, sia stata abolita. Io, non ho perso l’occasione, ho detto: “Fanno bene ad aver paura!”. In un attimo, si è scatenato l’inferno. Tutti, ma vi dico tutti,  hanno incominciato a lanciare epiteti e maledizioni al buon Silvio, ma non solo, ce n’era per tutti. La versione più diffusa era che Berlusconi è un cancro, ma anche i vari, Rutelli, Bersani e Bossi, non sono da meno. Se i sondaggi danno, sia il governo che l’opposizione, al minimo storico, sono convinto che non sbaglino. Quando ne parlo a Siena, e mi sento dar ragione, lo ritengo normale, Siena è notoriamente una città di sinistra; quello che mi è capitato ieri in una città della destra, dà  ragione a Grillo: gli Italiani non ne possono più! Tempo fa parlavo con un amico, il quale diceva, che ci vorrebbero un paio d’anni di corte marziale, per ripulire il Paese. Politici, mafiosi, amministratori, tutti al muro. Forse è qualunquismo, ma incomincio a dargli ragione. La strada percorribile, dato che tutto è in mano loro, non può essere che quella della sollevazione popolare. Non voglio fare istigazione a delinquere, ma se qualcuno più in gamba di me…e ho detto tutto!

venerdì 17 settembre 2010

EDITORIALE



Il direttore di "Archeologia Viva", Piero Pruneti, oltre a dimostrare di essere persona assennata al di sopra delle parti, conferma quanto avevamo da tempo capito, che il gioco della Protezione Civile è un gioco sporco. Le Iene, al tempo del terremoto aquilano, intervistarono una ex funzionaria di questo Ente, che si era dimessa (caso anomalo), perchè schifata dalla gestione Bertolaso. Sparita dai giornali, non si critica il potere, neanche rimettendoci il posto (buonissimo) di lavoro.  Naturalmente Bertolaso è l'ultima ruota del carro, chi conta sono gli speculatori che si arricchiscono sugli interventi d'urgenza, che una legge ad hoc del berlusconiano governo, gli consente di fare. 






Rivista: N. 141-2010 mese: Maggio-Giugno



Siamo all'assalto della diligenza. Il gioco è troppo chiaro: mantenere il sistema Italia in perenne stato d'emergenza, senza affrontare i suoi mali con una strategia di lungo corso, per intervenire in forma urgente, straordinaria (e possibilmente spettacolare a uso delle televisioni). Tramite la Protezione civile, che può agire "in deroga", al di fuori dei normali limiti amministrativi. Nei beni culturali questo significa escludere le soprintendenze, da tempo ridotte allo stato comatoso, e nominare commissari per fronteggiare la... catastrofe. Ma per i beni culturali non mancavano i soldi? Per i commissari si trovano. Commissari a Pompei, Roma e Ostia, agli Uffizi, all'Accademia di Brera. Commissari dove il giro di affari sia interessante. In realtà si tratta di siti e musei con problemi di manutenzione e gestione di lunghissima data e comuni a tutto il patrimonio culturale italiano, per affrontare i quali si richiedono da tempo assennate scelte politiche che mettano gli uffici tecnici preposti in grado di operare con metodo e competenze specifiche. Aree archeologiche e monumenti richiedono un'attenzione costante, nei decenni, nei secoli... Cosa c'entra la Protezione civile? A Roma si è trovata la scusa di "rischio imminente di crolli" per le aree archeologiche; in particolare per il Palatino di "rischio idrogeologico" (un problema di vecchia data, rispolverato ad hoc). Così in un primo tempo è stato nominato commissario lo stesso Bertolaso, come dire che se non si interveniva subito e con ogni mezzo veniva giù tutto. Poi Bertolaso si fa sostituire - lui è uomo d'azione, sempre fra elicotteri e sirene: ve lo immaginate a seguire restauri che richiedono anni? - e del Palatino non si parla più. Così anche a Pompei, a Firenze, a Brera: la montagna sta partorendo un topo. Questa volta disinvoltamente costoso.



Piero Pruneti
direttore di "Archeologia Viva"





venerdì 10 settembre 2010

Tutto va ben, Madama la Marchesa...

Il deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, ha postato una riflessione sul sito del suo partito:   Post di Borhesi . La risposta che segue, che potete leggere anche sul sito, mi sembra che racconti una realtà un po' diversa da quella dell'immaginario comune, propinata dai media.
Merita un secondo d'attenzione.
Egr.sig. Borghesi, io sono uno di quegli imprenditori italiani che lavorano all'estero, precisamente a Shanghai. La mia è una compagnia di trading, quindi basso impegno di manodopera. Importiamo prodotti di consumo dalla Cina, precisamente. Il mio lavoro è quello di selezionare i prodotti in Cina prima di spedirli in Italia. Perché importiamo è evidente. I costi sono nettamente più bassi che in Italia, lo sanno tutti. Quello che invece viene nascosto è che la qualità selezionata à altrettanto buona di ciò che è prodotto in Italia. Ragioni: maggior abilità manuale dei cinesi, impiego di macchine tecnologicamente più avanzate di quelle usate in Italia ( qui le macchine sono tutte nuove, in Italia no), pressione fiscale inferiore del 50%, produzione pro capite più elevate, costi generali, luce, gas, telefono, ecc. meno della metà, utili produttori inferiori ai nostri, ma certi. Qui pagano tutti, in Italia ? Tutto ciò contribuisce al basso prezzo. Oggi le norme di sicurezza delle fabbriche sono uguali all'Italia, buone o cattive a seconda delle aziende. Quello che declassa l'Italia è la mancanza politica in Cina. Qui nessun politico è mai venuto a fare contratti. La Expo è stato un colossale affare per la Francia, i trasporti sono merce tedesca, i vini sono francesi, australiani ed americani, l'elettronica è giapponese, e così via. Dov'è il nostro governo? Già, qui non ci sono le escorts per i dongiovanni della politica. La Cina è un paradiso per gli esportatori. Enormi quantità di prodotti avanzati vengono importati in Cina. Dove sta l'Italia? Una volta avevamo la Iveco e la moda. Oggi sono dei fantasmi. Il mercato di milioni di automobili è in mano a tutti, ma non esiste qui una vettura italiana. Dove sta la FIAT ? I prodotti francesi e tedeschi hanno invaso il mercato cinese, all'opposto di quanto avviene in Italia. Non piangiamo poi se le fabbriche chiudono. La colpa è solo dei nostri politici ottusi e della falsa informazione.


Postato da: giuseppe Pastormerlo, sul sito IDV 


Romano Prodi, che forse coglione del tutto non era, anni fa diceva che per combattere i cinesi non possiamo scendere al loro livello, ma dobbiamo fare in modo, che il lavoro costi come da noi e per far questo, l'unico modo è esportare i diritti dei lavoratori. L'opposto di quanto ha fatto e stà facendo, il morente governo. Siamo arrivati al punto che, i delinquenti sono gli operai che difendono i loro, sacrosanti, diritti. Diritti per cui hanno lottato, le precedenti generazioni, rinunciando a preziose giornate di paga e prendendo cariche dalla Polizia, asservita al potere. Bonanni, mi dispiace che ti abbiano tirato il petardo (e che ti abbiano mancato), le bastonate ti avrebbero fatto ragionare di più. Ora si dice che c'è chi vuole parlare con la violenza, ma sono anni che noi parliamo, chi cazzo ci ascolta? Rimpiango i tempi di: "Zangherì, Zangherà, gambizziamo la città!" ..e come tornavano all'ovile, vedi il buon Indro.

domenica 5 settembre 2010

Troppo poco!

Casa Pound è il covo dei fascisti senesi. Un bugigattolo di stanza in fondo a via Stalloreggi, una cosa molto triste. Mi è capitato di vederla aperta, passando tra i pochi nazofasci che bivaccavano in strada, magliette nere con simboli più o meno trucidi, ma tutti schifosi. Appese alle pareti, le bandiere del passato regime (il penultimo), svastiche e quella cazzo di tartaruga che, se fossi un tartuchino, m'incazzerei di brutto. Insomma un triste scenario di ragazzotti e ragazzette, deprimenti a vedersi. Ricordo vagamente, che quando esisteva ancora la Costituzione, questi tentativi di "ricostizuzione del disciolto partito fascista" erano vietati. Quindi, mi devo essere perso qualcosa; mentre dormivo devono aver fatto la rivoluzione di destra, altrimenti non mi spiego come associazioni di questo tipo, possano essere tollerate. Per fortuna c'è chi non le digerisce, come me. Allego un articoletto preso dal loro sito, gioisco al pensiero dei colpi andati a segno e mi rammarico per quelli, che non hanno raggiunto il bersaglio.






Siena: Aggredito responsabile provinciale CPI

Giovedì 15 Luglio 2010 15:47

Siena, 14 luglio – “Il responsabile provinciale di CasaPound Siena, Gabriele Taddei, ha subito ieri un’aggressione antifascista all’interno del dipartimento di Archeologia dell’Università degli Studi di Siena”. Lo rende noto CasaPound Siena stessa, in un comunicato ufficiale, precisando che “il coordinatore si è recato presso il pronto soccorso dell’Ospedale de Le Scotte per gli accertamenti del caso”.
“L’aggressione – racconta Taddei – è avvenuta mentre, con la mia fidanzata, stavo facendo visitare la città ed i vari dipartimenti dell’Università ad un amico del nord Italia, quando ho ricevuto improvvisamente l’attacco. Quest’aggressione obbedisce ad una precisa strategia della tensione creata a tavolino, i cui precedenti sono noti a tutti: i continui danneggiamenti al portone della nostra sede di via Stalloreggi, l’aggressione ad una nostra militante del Blocco Studentesco, le minacce di morte ricevute da un’altra nostra studentessa militante e molti piccoli episodi di pressione nei nostri confronti”.
“Puntualizzando che, a differenza di quanto espresso su taluni media cittadini, nessuna denuncia è stata presentata, ci sentiamo in dovere di far sapere a tutti quanti ci apprezzano e stimano che queste manovre reazionarie non fermeranno le nostre attività culturali, aggregative e sociali”, così termina la nota di CasaPound Siena, aggiungendo che “il nostro movimento da anni lavora quotidianamente per portare avanti proposte per il bene di Siena e della Nazione tutta e non saranno pochi soggetti manovrati dall’alto ad impedirci di realizzare una vera giustizia sociale”.



sabato 4 settembre 2010

Il sonno è l'infinita ombra del vero.



Quando ho tempo (e voglia), mi dedico ad una attività che mi entusiasma e mi rende febbrilmente agitato. Si tratta di prendere una poesia, di un autore abbastanza complesso (prediligo  Pascoli) e munito di enciclopedia cartacea, cercare i vari riferimenti storici, mitologici, antropologici che l'autore inserisce nel testo. La soddisfazione che dà un volume da sfogliare, non è minimamente paragonabile ad una ricerca virtuale. Intendiamoci, Internet è ormai fondamentale per chi studia, ma il piacere della carta e la certezza che quello che leggi, deriva da una fonte sicura, rimane ancora incomparabile. Oggi è toccato ad "Alexandros", proprio del Pascoli. "Alexandros" fa parte dei Poemi Conviviali, una raccolta che merita di essere conosciuta molto più delle poesiole pascoliane di scolastica memoria. Ho incontrato il Pascoli, degno di nota, molto tempo dopo aver lasciato la scuola; avevo di lui un pessimo ricordo, non sopportavo "O Valentino vestito di nuovo..." anche se avevo una certa simpatia per "La cavalla storna" che,  tutto sommato, raccontava l'intrigante omicidio del padre. Vi assicuro che, se non conoscete questo Pascoli, ne sarete senz'altro affascinati. Io vi metto il link di "Alexandros", se vorrete leggere questa poesia, sarete presto curiosi di sapere chi era Timoteo e perchè se ne stava tra le are, oppure chi erano i mistofori di Caria, cos'è un brocchiero e così via. Vi accorgerete che il tema trattato, è lo stesso di una nota canzone di un notissimo cantautore, non dico chi, pensateci!
Dal link della poesia, potrete navigare nel sito ufficiale di Giovanni Pascoli e sapere che: "... gialle al pero, già pendean le pere."