"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

venerdì 1 ottobre 2010

Comunicato

Esistono alcune organizzazioni che, in questo paese, pur essendo legittime e assolutamente legali, sono  viste come il fumo negli occhi dalle forze dell'ordine, al contrario di quelle neofascionazo, che invece sono protette.
Una di queste organizzazioni è il Partito dei CARC-Comitati d'Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Pubblicare questo comunicato, mi sembra un atto minimo, dovuto. Ricordo a tutti, che questo movimento si stà battendo, per liberare i compagni arrestati per le loro idee. In Italia si è sdoganato il fascismo e i delinquenti, sono diventati coloro che hanno fatto la Resitenza e hanno liberato il Paese. Ora, ci sarà bisogno di una Resistenza nuova.



Dalla solidarietà si capisce da che parte si vuole andare e che mondo si

vuole costruire

Sindacalisti di regime, politicanti e scribacchini prezzolati solidarizzano

con la CISL

Noi diamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno agli operai della SAME

di Treviglio (BG)

* Difendere il CCNL!

* Difendere e conquistare posti di lavoro dignitosi per tutti!

* Sicurezza, salario, diritti. Facciamo applicare la Costituzione!

* Il 16 ottobre a Roma, in piazza con la FIOM contro il piano

Marchionne!


"La crisi non è finita", "non è vero che l'Italia va meglio di altri paesi":

neanche la Confindustria tiene più corda alle balle di Tremonti, accusa

apertamente Berlusconi di immobilismo e di non governare. Marchionne è sceso

in campo, seguito a ruota da Federmeccanica e Confindustria: il piano

Pomigliano è diventato la sostanza della "politica economica" che serve al

padronato italiano. I suoi assi portanti sono chiari: eliminazione del CCNL,

i lavoratori devono contrattare individualmente le condizioni del loro

sfruttamento, abolizione dello Statuto dei Lavoratori, lo sciopero è un

reato, basta con i sindacati non asserviti, "il conflitto tra operai e

padroni è roba del passato", i lavoratori devono "obbedire, lavorare e

combattere" per il padrone contro altri lavoratori, quelli che ci stanno

avranno (forse) lavoro e reddito, gli altri... possono scegliere a che santo

votarsi. Hanno bisogno di un governo che la attui, imponendola con le buone

e le cattive alle masse popolari, in primo luogo agli operai.

In questi mesi i padroni hanno concentrato l'attacco contro gli operai della

FIAT e la FIOM. Marchionne ha licenziato gli operai che hanno osato

scioperare per minacciare tutti quelli che non sono "collaborativi", il

cardinale Poletto di Torino li chiama a essere "corresponsabili" ("la FIAT

mica può rischiare di fare grandi investimenti se non è sicura che le cose

le vadano bene"), Bonanni e soci sventolano lo specchietto della

compartecipazione dei lavoratori agli utili. La Lega Nord e i gruppi

fascisti promuovono la guerra dei lavoratori italiani contro quelli

immigrati, dei lavoratori del nord contro quelli del sud.

Tutto questo per spezzare l'opposizione degli operai di fronte alla

distruzione dei diritti e delle conquiste di civiltà e benessere strappate.

Per impedire che gli operai trascinino nella lotta anche il resto delle

masse popolari.

Non è una questione economica o sindacale, è una questione politica: per

schiacciare i lavoratori sul piano economico, i padroni devono schiacciare

gli operai sul piano politico.

Non è possibile governare un paese come il nostro senza un certo grado di

collaborazione delle masse popolari e questo è impossibile se la casse

operaia fa opposizione.

E la classe operaia fa opposizione! Gli operai, a partire da quelli FIAT, e

la FIOM sono diventati il centro promotore della battaglia politica per

difendere posti di lavoro, redditi e diritti di tutti i lavoratori e le

masse, italiane e immigrate. A Pomigliano hanno dato una batosta al piano

Marchionne che ha infuso coraggio e slancio a tutti gli altri lavoratori: i

padroni non hanno già vinto, la partita è tutta aperta. A Melfi hanno fatto

del reintegro dei licenziati politici la bandiera della lotta contro

l'arbitrio e lo strapotere padronale, lo strumento per estendere la

solidarietà tra i lavoratori e mettere alla prova "amici dei lavoratori" e

"difensori della legalità": gli attacchi e le ritorsioni dei padroni possono

essergli rivoltati contro e usati per rafforzare unità, determinazione e

mobilitazione dei lavoratori. Alla Sevel di Atessa (CH) hanno risposto con

un'assemblea fuori dai cancelli al divieto della FIAT di far entrare i

licenziati di Melfi e poi hanno scioperato nonostante la diffida dei legali

dell'azienda: se non sortiscono l'effetto di spaventare e dissuadere, le

minacce e i divieti dei padroni diventano parole al vento. Scioperi e

proteste spontanee sono state la risposta immediata alla disdetta del

contratto da parte di Federmeccanica, contro i tagli e le chiusure ventilati

da Bono, ad di Fincantieri, hanno occupato stabilimenti, si sono scontrati

con le forze dell'ordine, a Genova hanno circondato la sede dove gli

industriali erano riuniti a convegno: è legittimo tutto quello che serve a

difendere lavoro e diritti. A Castellammare di Stabia hanno manifestato

insieme agli operai contro la chiusura dello stabilimento di Fincantieri

associazioni locali, semplici cittadini e sindaci: quando scendono in lotta

gli operai muovono tutte le masse popolari.

La situazione sta in questi termini. I padroni non hanno una soluzione

accettabile da proporre agli operai e al resto delle masse popolari. Per

stare a galla devono distruggere anche quel poco di benessere che i

lavoratori hanno strappato ed eliminare i diritti che i lavoratori hanno

realizzato, hanno fatto diventare reali, pratici e non solo belle parole

scritte nella Costituzione. Devono lanciare la caccia agli immigrati ed

espellerli, mentre rendono la vita impossibile nei paesi oppressi da cui

vengono gli immigrati: più di 900 milioni di uomini sono alla fame. Per

avanzare su questa strada devono eliminare i centri di mobilitazione e

opposizione degli operai: il principale è, oggi, la FIOM.

Gli operai invece una soluzione alla crisi positiva per tutti i lavoratori e

le masse ce l'hanno! Hanno una "politica economica" per rimediare fin da

subito agli effetti più gravi della crisi: tenere aperte le aziende, aprirne

di nuove per fare il lavoro necessario a salvaguardare il paese dal disastro

ambientale e a soddisfare i bisogni della popolazione, riavviare l'intera

vita sociale, stabilire rapporti di collaborazione con altri paesi (tipo

quelli già in vigore tra Cuba e Venezuela e altri paesi) sulla base di

quanto ogni paese può produrre e dare. Hanno bisogno di costruire un governo

d'emergenza per attuarla, deciso a fare tutto quello che occorre per

attuarla.

Nè il PD né quanto resta della sinistra borghese possono promuovere e

guidare un movimento di massa per costruire un governo d'emergenza con un

programma di questo genere. Il PD è un amalgama di gruppi e personaggi

asserviti al Vaticano e alla Confindustria. La sinistra borghese, e in

particolare il PRC, dopo la partecipazione al governo Prodi ha perso gran

parte del seguito e dell'influenza che aveva tra i lavoratori e per di più è

ancora combattuta tra legarsi al movimento operaio e popolare per far fronte

alla crisi o legarsi al PD per rientrare in Parlamento. L'IdV occhieggia al

PD, ma con l'opposizione aperta alla banda Berlusconi e le prese di

posizione a sostegno dei lavoratori in lotta ha accresciuto il suo seguito e

consenso popolare. Lo stesso il Movimento a 5 stelle che ha alzato la

bandiera della lotta contro la casta dell'intrallazzo e del malaffare e per

il protagonismo popolare. Nessuno dei due però ha né legami sistematici e

solidi con la parte più avanzata degli operai né la diffusione e

l'autorevolezza necessari oggi a promuovere e guidare un movimento di massa

per instaurare un governo d'emergenza popolare, anche se possono

contribuirvi, appoggiarlo, favorirlo.

La FIOM invece ce li ha, per questo può muovere, orientare e mettersi alla

testa di tutte le organizzazioni sindacali, i coordinamenti operai, le reti

di precari, i comitati studenteschi, le associazioni di immigrati, i

comitati in difesa dell'ambiente, i movimenti per l'acqua pubblica, i

partiti popolari e gli organismi progressisti.

Via il governo Berlusconi!

Il suo posto deve essere preso da un governo di emergenza popolare sostenuto

dalle organizzazioni operaie e popolari e formato dai loro esponenti!

Non sono i padroni, i ricchi, il Vaticano e i loro complici che sono forti,

sono i lavoratori che devono far valere fino in fondo la loro forza!

Chi ha l'appoggio e la fiducia delle masse popolari ha la forza per

governare!

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