"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora, quando?

Oggi si svolgerà la grande protesta delle donne italiane. Forse, protesta, non è la parola giusta per definire questa manifestazione. Sarebbe meglio definirla, una rinnovata presa di coscenza, un messaggio delle donne, alle altre donne più giovani; un messaggio di ogni donna a se stessa, per ritrovare un identità ignorata da questa cultura orgasmocentrica. Credo sia un'occasione anche per noi uomini, un modo per dire: "Non siamo come vorrebbero farci sembrare!". Non è moralismo, non è falsità, anch'io guardo le donne, eccome! Io, pero, dopo milioni d'anni d'evoluzione, capisco quale sia il limite oltre il quale non è possibile spingersi, senza regredire allo stato bestiale. Berlusconi e i suoi sodali, evidentemente, no! Quindi, oggi, vorrei che fosse la manifestazione della normalità, di donne e uomini, con i loro difetti, ma anche con la grande consapevolezza di essere persone e non bestie arcoriane.  


Per la seconda volta in pochi giorni, pubblico un articolo della De Gregorio, che in fatto di donne consapevoli, va lasciata stare.

Suore e puttane

di Concita De Gregorio, l’Unità, 8 febbraio 2011

Nel disperato e spaventato tentativo di far sembrare la manifestazione di domenica prossima una piccola cosa, una cosa di donne, sono scese in campo le truppe da combattimento dei sostenitori e dei fiancheggiatori dell’Arcore style. Quelli che, a partire dall’anziano Ostellino, spiegano che ogni donna è seduta sulla sua fortuna dunque che male c’è, è sempre andata così, l’Italia in fondo è veramente un bordello abbiamo letto di nuovo ieri sul Corriere. I più raffinati, per così dire, schierano donne a denigrare altre donne nel tentativo di scatenare quella che, se solo si scatenasse, chiamerebbero entusiasti una rissa da pollaio. Il sottotesto, il retropensiero divertito di chi manda in tv e mette in prima pagina le Santanchè da combattimento è il seguente: ecco, guardate, donne contro donne. Come se le donne non rispondessero alle categorie di ogni essere umano e non ce ne fossero di ladre e di oneste, di servili e di libere, di capaci e di inette. Gli argomenti più in voga, per denigrare chi crede che le donne siano capaci per prime di reagire al “sistema” piuttosto che adattarvisi, sono i seguenti: sono femministe, moraliste. Predicavano il libero amore ora si atteggiano a suore. Le brave ragazze contro le prostitute, le madri contro le puttane, il mondo diviso in Maria e Maddalena così come i libri sacri ci insegnano, come gli uomini in fondo desiderano. Le puttane per strada offendono il decoro urbano, in villa sono accompagnate dagli autisti. Il femminismo e il moralismo non c’entrano: molte suore hanno firmato il nostro appello e parecchie prostitute, preti e libertini come se aveste la pazienza di leggerci capireste. Ammesso che l’obiettivo sia capire, naturalmente. Carla Corso, una donna di 65 anni che è stata ed è leader del comitato per i diritti civili delle prostitute, ci racconta oggi perché aderisce alla manifestazione. Dice, a un certo punto: “Noi eravamo in lotta contro il mondo, volevamo rompere l’ipocrisia, queste ragazze non sono contro ma sono funzionali al sistema”. Il femminismo è stato un movimento politico portatore di diritti. Le ragazze che negli anni Settanta non erano nate, quelle che come me andavano alle elementari non hanno combattuto quella battaglia: ne hanno goduto i frutti. Ma i diritti non sono dati per sempre, vanno difesi: con la cultura, con la consapevolezza. Scrivevo anni fa le storie vere di Dalia, la ragazzina dell’Est venduta dalla nonna a 12 anni, di Cristina, la studentessa che fiera di farlo rivendica il suo diritto a fare la puttana. La libertà consiste nel darsi il destino che si vuole. Credo che il “sistema” di cui parla Lele Mora e che da decenni è un modello di referimento per generazioni di ragazze – quelle sulle copertine dei rotocalchi, in tv – proponga come strada per la realizzazione di sé una libertà condizionata alla sottomissione. Un mondo di cortigiane, dice Carla Corso. Il problema non è mai chi vende, è chi compra. L’amore è gratis, si può fare in quanti e come si vuole. Anche vendersi è lecito. E’ l’acquisto all’ingrosso, della società intera, che fa schifo. In specie se si comprano adolescenti: che siano consenzienti, e i loro padri con loro, non migliora. Peggiora piuttosto la responsabilità di chi dovrebbe indicare altri orizzonti e non lo fa. Di chi cavalca la sua privata debolezza spacciandola per legge di vita.



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