"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

sabato 30 luglio 2011

Turandot

Ieri sera ho visto la Turandot a Torre del Lago. Non avevo ancora visto il teatro nuovo. Bellissima struttura, ma niente a che vedere col fascino che aveva in precedenza. Il segreto del palcoscenico pucciniano, era la splendida armonia che si creava tra la recita sul palco e lo sfondo, magnifico, denso di suggestioni, del lago. Col nuovo teatro quest'incantesimo si è spezzato. Si è all'interno di un testro all'aperto, come tanti ce ne sono nelle piazze italiane. Il palco, mi sembra, sia stato ruotato di un quarto di giro, così la brezza che spira dal lago e che prima porava le voci verso il pubblico, adesso atraversa trasvelsalmente l'arena, portando via il suono. Unica scusa che si può trovare per gli interpreti è proprio questa, avversa, condizione eolica. Io ero a circa trenta metri dal palcoscenico, in posizione frontale; vi assicuro che sentivo, pochissimo, le voci. Piero Giuliacci, nel ruolo di Calaf, non mi è sembrato un grande trascinatore.Anzi, in molti punti, la vocalità non era eccellente,  il fisico di Giuliacci, poi, non ha niente d'eroico, ma su questo si può sorvolare. Turandot di Antonia Cifrone, pur essendo vocalmente all'altezza, non risultava incisiva, forse per il fatto della logistica del teatro. Liù era la giapponese Satomi Ogawa; brava! Con filati, che nonostante fossimo all'aperto, arrivavano a segno. Il basso, Carlo Colombara, ha interpretato un Timur di tutto rispetto, ottimo nel registro profondo. Quello che ha, veramente,  sostenuto l'opera è stato il trio vocale di Ping, Pong e Pang. Roberto Accursio, Nicola Pamio e Massimo La Guardia non hanno avuto i problemi del resto del cast. La loro voce arrivava precisa, chiara, abbastanza forte. Soprattutto, hanno dato un interpretazione da manuale. Senza lode ne infamia il Mandarino, l'Imperatore ed il coro. Le scene di Ezio Frigerio, oscillavano tra il Liberty ed un neo egizio-israelitico; ma tutto sommato erano gradevoli. Come è stata gradevole, in quanto classicissima, la regia di Scaparro. Franca Squarciarpino, la costumista, si è attenuta alla tradizione, tranne il vestito del terz'atto di Turandot, che era di un viola acceso da toccarsi le palle. Nota lieta: la direzione d'orchestra! La bravissima Keri Lynn Wilson, con coda di cavallo biondissima, ha diretto impeccabilmente. Sono contento che, una ragazza giovane, sia salita sul podio di tanti illustri maestri del passato. Carina, sorridente, espansiva. Non piena di se come, quasi tutti, i suoi colleghi uomini. Morale: da Torre del Lago, ci si aspetta di più! Uno spettacolo così, sarebbe più che accettabile a Massa Marittima, a San Gimignano, e così via. Ma da un posto rinomato e di grande tradizione come questo, i protagonisti devono essere assoluti. Anche perchè, i prezzi, non sono proprio popolari. Altra nota lieta, e quì rubo il mestiere all'amico Daniele, che cura il blog Andarpertavole (link a fianco), il ristorante Da Cecco, nella piazzetta sul lago. Abbiamo mangiato uno spaghetto al pesce, da ricordare per la vita. Anche gli scampi alla Catalana ed il semifreddo col liquore, erano da menzione. Il tutto per una cifra equa, quando si tocca il pesce si sà, si spende. Noi ce la siamo cavata con trenta euro, ve lo consiglio di cuore. Il Festival, meno.

Nessun commento:

Posta un commento