"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

lunedì 17 gennaio 2011

Là dove c'era l'erba...

Cementificazione: un regalo del governo Berlusconi! Come potete vedere nella tabella seguente, l'edilizia italiana ha avuto libero sfogo, da quando questi sconsiderati di postfascistiliberaldelcazzo, hanno abrogato i vincoli che imponevavano, ai comuni, di spendere i soldi destinati alle licenze edilizie, solo a fronte d'investimenti. Il "Testo unico per l'edilizia" che i nostri amici hanno varato nell'ottobre del 2001, invece, ha permesso di costruire a cazzo di cane, in ogni dove e di appaltare selvaggiamente.
Adesso, siamo in emergenza, che ormai è lo stato consueto, in cui finiscono tutte le cose italiane.

Daniele segnala un'altra iniziativa. Non sia mai che manchi il mio e il vostro appoggio.


L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata seppellita sotto il cemento. Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura. Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto. Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari. Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto. La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!

Clicca quì sotto e firma!
http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_joomlapetition&func=viewcategory&Itemid=&catid=1

2 commenti:

  1. Sulle pagine de La Repubblica lo scorso 18 gennaio è stato pubblicato un intervento di Carlo Petrini che tramite il link seguente vi invito a leggere http://www.repubblica.it/ambiente/2011/01/18/news/cemento_distruttivo-11348928/?ref=HRER1-1

    Il pezzo parla del territorio, specie quello destinato all’agricoltura, e del paesaggio che in Italia stanno scomparendo divorati dal cemento e da una diffusione scellerata del bussines relativo alle energie rinnovabili (vedi pannelli solari sui terreni e non sui tetti). Siamo a un bivio: se non fermiamo il consumo di suolo libero, il nostro paese vedrà compromesso irrimediabilmente il suo futuro. Questa necessità di salvare il territorio e il paesaggio viene prima della pur fondamentale e da me condivisa esigenza di passare alle energie rinnovabili. E viene anche prima del pur attualissimo e a tratti drammatico dibattito sul futuro dell’agricoltura e degli agricoltori, piegati quasi irrimediabilmente dai prezzi irrisori a cui vengono pagati i loro prodotti.
    Primo salvare il territorio, perché altrimenti non c’è futuro.
    Inoltre se volete ulteriormente approfondire l'argomento cliccando sul link sottostante, potrete vedere il film documentario "il suolo minacciato" che parla di come negli ultimi anni nella pianura padana si sono perduti migliaia di ettari di suolo agricolo ad opera di una dilagante espansione urbana ed infrastrutturale. Nella sola Food Valley parmense, luogo di produzioni agroalimentari di eccellenza, lo sprawl urbano (termine che indica una rapida e disordinata crescita del tessuto urbano), con i suoi capannoni, le sue gru, le sue strade, il suo cemento consuma un ettaro di suolo agricolo al giorno. Partendo da questo caso emblematico e paradossale, il film Il suolo minacciato mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l'importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti – tra cui Carlo Petrini e Luca Mercalli - ed agricoltori locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano in provincia di Milano.

    http://www.ilsuolominacciato.it/film.html

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  2. Sulle pagine di Repubblica lo scorso 18 gennaio, è stato pubblicato un intervento di Carlo Petrini che parla del territorio, specie quello destinato all’agricoltura, e del paesaggio che in Italia sta scomparendo, divorati dal cemento e da una diffusione scellerata delle energie rinnovabili. Ci troviamo a un bivio: se non fermiamo il consumo di suolo libero, il nostro paese vedrà compromesso irrimediabilmente il suo futuro. Questa necessità di salvare il territorio e il paesaggio viene prima della pur fondamentale e da me condivisa da me esigenza di passare alle energie rinnovabili. E viene anche prima del pur attualissimo e a tratti drammatico dibattito sul futuro dell’agricoltura e degli agricoltori, piegati quasi irrimediabilmente dai prezzi irrisori a cui vengono pagati i loro prodotti.
    Primo salvare il territorio, perché altrimenti non c’è futuro.

    http://www.repubblica.it/ambiente/2011/01/18/news/cemento_distruttivo-11348928/?ref=HRER1-1
    www.slowfood.it

    se inoltre volete approfondire l'argomento, potete visionare tramite il link sottostante il film documentario "IL SUOLO MINACCIATO". Riporto la didascalia introduttiva del film: Negli ultimi anni nella pianura padana si sono perduti migliaia di ettari di suolo agricolo ad opera di una dilagante espansione urbana ed infrastrutturale. Nella sola Food Valley parmense, luogo di produzioni agroalimentari di eccellenza, lo sprwal urbano, con i suoi capannoni, le sue gru, le sue strade, il suo cemento consuma un ettaro di suolo agricolo al giorno. Partendo da questo caso emblematico e paradossale, il film Il suolo minacciato mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l'importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti ed agricoltori locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano (MI).

    Alla fine sarete incazzati, ma vi consiglio vivamente di guardare questo resoconto della durata di un'ora circa e di divulgare il più possibile la visione dello stesso.

    http://www.ilsuolominacciato.it/film.html
    http://www.ilsuolominacciato.it/film.html

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