"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

lunedì 1 marzo 2010

L'amico del cuore

SHARM EL SHEIKH - Nel deserto della Sirte, dopo aver partecipato in Egitto alla Conferenza per la ricostruzione di Gaza, Berlusconi firma solennemente la "pace" con la Libia di Gheddafi. Accolto a braccia aperte dal Colonnello sotto la tenda, il Cavaliere ha chiesto scusa per le colpe dei colonizzatori e ha invitato formalmente Gheddafi al G8 della Maddalena con tanto di location assicurata per la tenda che accompagna sempre il leader libico. Ora, è la risposta di Gheddafi, le aziende italiane che vogliono investire in Libia hanno la precedenza su tutte le altre, e gli italiani che furono cacciati nel 1970 potranno tornare per lavoro e turismo. L'accordo, già ratificato dal Parlamento italiano, prevede che l'Italia finanzierà la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari (circa 4 miliardi di euro) nell'arco di 20 anni. (La Repubblica del 3 marzo 2009)


Gheddafi, elogiando l'operato del premier, ha parlato del «mio amico Berlusconi», «un amico che tutti i libici oggi conoscono dopo le sue numerose visite utili in Libia che hanno spianato la strada al trattato». «Il popolo libico - ha continuato Gheddafi - ha apprezzato moltissimo questa posizione». Il colonnello libico ha elogiato l'Italia «come unico paese ad aver purificato il suo passato dalle politiche imperialiste». Da parte sua, il premier Berlusconi ha dichiarato di aver colto «il frutto di un lavoro di 15 anni», ribadendo «la stima e la profonda amicizia» che lo lega al colonnello Gheddafi, «una persona di grande saggezza». Il presidente del Consiglio ha ricordato «il dolore del popolo libico», «i rapporti difficili» che sono intercorsi tra i due paesi per molti anni. «Ora c'è una pagina nuova, sono felice per la conclusione di questa vicenda», ha sottolineato il capo del governo, che ha dato appuntamento tra circa un mese a Gheddafi all'Aquila, in occasione del G20, nella sua veste di presidente dell'Unione africana.(Il Sole 24 Ore del 10 giugno 2009)

Potrei continuare per pagine e pagine, la letteratura su questo caso non manca. Vorrei sapere se  il "premier" si vanta ancora di questa grande amicizia, oppure ha capito che quelli che sono come lui è meglio evitarli? Nell'incertezza, credo sia conveniente evitare il "premier" stesso, magari evitando di votarlo alle regionali, sempre che si riesca atrovare la lista del PDL. Un partito che non riesce a presentare le liste, forse, non è il più indicato a governare il Paese. Ultime riflessioni, a che gruppo apparterranno le industrie che investiranno in Libia? Sempre che il Colonnello non scopra i miliardi che il Berlusca ha nascosto in Svizzera, altrimenti dichiarerà la Guerra Santa anche a noi italiani. E contro il Corano, non c'è amicizia che tenga!

Nessun commento:

Posta un commento