"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

venerdì 6 agosto 2010

-3 AGOSTO 1980-



Ho chiesto a Luca di scrivere due parole sulla strage di Bologna.  Lui mi ha, cortesemente, accontentato.                                                                                                                                                                                   




-3 AGOSTO 1980-

Agosto di trent’anni fa doveva per me, e molti altri bolognesi quasi diciottenni, segnare l’inesorabile e ambito passo della maggiore età, il momento sognato in cui ogni pensiero e azione passava sotto il mio controllo, libero di sbagliare e senza più rimproveri. Pensieri comunemente immaturi, voglia di libertà.
Voglia di automobile, di patente ancor prima di un automobile, che per molto tempo ( allora funzionava così ) continuava a rimanere un immacolato fogliolino rosa nel cassetto, tra gli slip. Se la fortuna sorrideva, nel giro di un ragionevole lasso di tempo, si poteva diventare possessori di uno stupendo rudere; un usato insicuro (allora poteva funzionare così) che rimane nel cuore di ogni veterano come il primo Amore. Era la possibilità di corazzarsi, rivestirsi di lamiera, e sfondare a mo’ di cavalieri con l’armi in resta il muro della famiglia; come se quello avesse rappresentato l’unico drago da sconfiggere.
Tutto questo, in fondo così poco, doveva compiersi cabalisticamente il giorno sette. Ma la Cabala è un arte antica e da sempre il tre si carica di auspici e presagi. Credo ogni giovane bolognese in questo giorno abbia sacrificato i sogni del precedente per far posto alla memoria.
Il 2 Agosto 1980, nell’attentato alla Stazione  Centrale, Bologna è stata ferita.
Ogni cittadino, passeggero, passante, ogni cellula organica e sociale è stata spazzata via dalla ventata acre e rovente di un esplosiva politica fascista fatta di attentati. Incapaci a confrontarsi civilmente e vili nelle scelte degli obiettivi.
Quel giorno un boato sordo, che scuote, ha risvegliato lo spirito di molti; di tanti che come me era antifascista per eredità, per narrato famigliare, per un padre morto o un nonno preso a manganellate.
Quel giorno molti bolognesi hanno ricordato e altri, come credo la mia generazione, senza storia propria o passione, si son visti spronati a ricordare e darsi una ragione. Giovani come me nati negli anni sessanta, ma senza ne merito ne colpa, quando il 68’ sconvolgeva l’Italia e noi si giocava ai giardinetti; sorvolando le vie del 78’, evitando il volo di porfido in cubetti. Questo è con tutta la sincerità disponibile il sentito di quegli anni, fatti di lotte, ingiustizie sociali e conquiste alle quali noi ben poco abbiamo contribuito. Certo non tutti erano navigatori di superficie, i più grandi della generazione del 1960, più maturi, più motivati, avranno realtà differenti e politicamente addentro ai passi della storia. La mia sincerità mi porta a confessare lo smarrimento provato il 2 Agosto 1980. Senza un passato concretamente mio e il solo ideale di crearmi un futuro di libere scelte.
Non credo sia un opera corretta ribadire cosa ognuno di noi provò e vide quel giorno, sentì e comprese nel tempo breve e bastante a massacrare ottantacinque persone e ferirne duecento.
E tutto questo in quella sala d’attesa, oggi monumento alla memoria, devastata da un esplosione spropositata.
Ogni bolognese ha in quell’istante, io credo, preso  coscienza di cosa stavamo perdendo, di cosa avevamo e avremmo continuato inesorabilmente a perdere; guadagnandoci senza averlo richiesto, e pagando un prezzo come mai nessun altra città italiana, il riconoscimento di città rossa. Del paesone gioviale dovevamo rinnegare il carattere a favore di una paura profonda.
La roccaforte medievale, universitaria e goliardica, dalle strade affollate di giorno quanto la notte. Piazza Maggiore e il Crescentone, affollato di nonni infervorati dalla disputa politica, sarebbero da quel giorno andati perduti. 
Ammorbati dalla ventata pestilenziale e destinata a un coma che vedrei rappresentativo della situazione politica Italiana.
Se il 2 Agosto 1980 i fascisti, Fioravanti, Mambro e Ciavardini, volevano creare un brutto ricordo, una pagina nera, un mare di parenti disperati, sono riusciti nel loro intento.
Ma la stupidità e l’ignoranza non è patrimonio di Bologna ne men che meno dei  bolognesi e un un’opposizione cocciuta e ferma, dal giorno dopo, è entrata in tutti. La memoria.

Luca Bersani

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