"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

martedì 8 giugno 2010

L' Osservatorio Patrimonio Culturale ha inviato al Ministro (ah!ah!) Bondi, una lettera denuncia in merito ai lavori nel teatro di Pompei. Io, non mi meraviglio di questa ennesima puttanata, che niente ha a che vedere con la cultura. Oltre tutto, vorrei sapere che fine hanno fatto le TRENTA TOMBE FENICIE, che il Sig. Berlusconì  mostra alle sue mignotte, impedendone il godimento al popolo, che ne è il legittimo proprietario.


Oggetto: Denuncia relativa a lavori in corso presso il "Teatro Grande" e la "Caserma dei Gladiatori" degli scavi di Pompei.   Egregio signor Ministro,
proviamo grande difficoltà e profonda amarezza nel denunziarle quanto incredibilmente abbiamo verificato e documentato negli scavi di Pompei durante una visita seguita a diverse segnalazioni pervenute all'Osservatorio Patrimonio Culturale.
Sono in corso nell'area archeologica lavori definiti nella tabella di cantiere, "Restauro e sistemazione per spettacoli del complesso dei teatri in Pompei scavi", che hanno sin qui comportato evidenti stravolgimenti dello stato originario dei monumenti e dei luoghi archeologici, con gravi danni al loro stato di conservazione.
L'evidenza della gravità degli interventi è facilmente e banalmente dimostrabile attraverso una rapida ricognizione dell'attuale consistenza del teatro, in particolare della cavea, che, rispetto ad una qualsiasi foto o disegno di diversi momenti della vita degli scavi, risulta completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura.
L'intervento sul teatro è un vero e proprio inconcepibile scempio compiuto all'interno del monumento archeologico tra i più significativi al mondo.
Quanto maldestramente compiuto non può definirsi restauro (come indicato nella descrizione dei lavori) e nemmeno ricostruzione, a voler essere generosi verso le esigenze della fruizione, ma costruzione ex novo dell'intera gradinata, di cui è stata sempre ed unicamente documentata la sola presenza, ancora visibile in loco, di un tratto in pietra di colore chiaro che gli ottimi archeologi della Soprintendenza di Napoli e Pompei, ben conoscono.
Gli interventi compiuti sono in evidente contrasto con i principi internazionali sulla conservazione del patrimonio storico artistico e con le norme che regolano e tutelano il patrimonio archeologico italiano.
Altri interventi sul teatro e sull'area della "Caserma dei Gladiatori" hanno riguardato opere murarie particolarmente invasive, non classificabili tra le categorie del restauro conservativo. Sono evidenti, portandosi semplicemente nelle aree limitrofe al cantiere, alcuni spregiudicati interventi che sinteticamente descriviamo:
a) realizzazione di forature di muri per l'attraversamento di larghi tubi porta cavi;
b) scavi di trincee, ampie e profonde, a ridosso di murature strutturali e all'interno di ambienti del teatro romano, per la posa di svariati e particolarmente lunghi tubi e di numerosi ed ampi pozzetti di transito, il tutto ancorato, in area archeologica, con gettate di cemento necessarie  per infrastrutturare il teatro antico come se fosse un teatro costruito ex novo;
c) realizzazione di un palco invadente e sovradimensionato rispetto allo spazio antico esistente, che travalica e sovrasta l'antica scena, occupandone prepotentemente anche l'emiciclo anteriore, rendendo impossibile la fruizione del teatro antico da parte delle migliaia di visitatori che quotidianamente visitano Pompei;
d) posa in opera di ampi ed invasivi tralicci tecnici;
e) Realizzazione di ampie e spesse platee di cemento, armate con reti metalliche elettrosaldate, tipiche di interventi di edilizia civile, lungo i lati del portico perimetrale, al di sotto delle quali sono stati posati numerosi cavidotti, affioranti a distanze prestabilite, dove , al momento del sopralluogo a distanza, erano in corso perforazioni del massetto cementizio con l'ausilio di martelli pneumatici, proprio a ridosso delle fragili murature antiche;
f) Realizzazione di numerosi locali prefabbricati, ancorati a basi di cemento,  collocati nel perimetro degli antichi locali che si aprivano lungo il quadriportico, compromettendone la fruizione diurna del pubblico;
g) Realizzazione di moderni locali bagno, ricavati dalla trasformazione di ambienti archeologici. Gli scarichi dei nuovi bagni sono recapitati in un'area retrostante, interessata dalla presenza di ambienti archeologici, dove sono stati eseguiti due profondi scavi con l'ausilio di una pala meccanica, dove si ritiene che verranno allocati pozzi neri, di cui sono visibili su un lato del cantiere grandi anelli cementizi.
Ala luce di quanto segnalato Le chiediamo un immediato intervento per scongiurare ulteriori devastazioni e accertare le eventuali responsabilità dei danni causati al patrimonio culturale della Nazione. Si chiede altresì il ripristino dello stato originario dei luoghi e il conseguente restauro conservativo, necessario perché le esigenze legittime della valorizzazione degli scavi non prevarichino i fondamentali interventi di tutela e conservazione degli scavi di Pompei.




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