"...per comunisti intendo la gente comune, che crede in un ideale e ha creduto nella possibilità di un benessere steso, come una coperta calda, su ogni uomo, donna e bambino." Luca B.

sabato 26 febbraio 2011

Coraggio Valeria, ce la faremo!

Sono brutti momenti!  Non mi riferisco, solo, alla Libia.  Vorrei avere il coraggio di usare termini pesanti, per
commentare quello che il governo italiano ha fatto in tutti questi anni, per prostrarsi al rais. Mi limito a dire che bisognerebbe dargli "cinque miliardi" di calci in culo. Perchè non posso esprimermi liberamente sul blog? Perchè, anche se siete pochissimi a leggerlo, il clima è veramente pesante. La settimana scorsa, Valeria Rossi ha subito un sopruso da parte della Polizia, come potete leggere più sotto e io non sono per niente tranquillo, anche perchè, la Polizia è al corrente della mia simpatia, per alcuni gruppi extraparlamentari a cui sono associato e che loro non vedono di buon occhio. Quindi rischiare una, antipatica, visita dei pulotti solo per dire che il governo e tutti i destroidi, sono dei pezzi di merda, che dovrebbero far la fine di Saddam, non mi pare il caso; quindi, non lo dico!
Credevo di essermi lasciato alle spalle gli anni di repressione, quelli di Radio Alice, per capirsi.  Invece, guardate che bella stagione viviamo:

"Savona & Ponente", la testata online di Valeria Rossi, è stata sequestrata. In dieci uomini, tra Digos e Polizia Postale, sono entrati a casa di Valeria e hanno sequestrato tutti i computer, gli hard disk, le chiavette, perfino le schede di memoria della macchina fotografica. Si sono portati via anche i computer del figlio, informatico, che nulla aveva a che fare con la vicenda e che ha perso molti lavori in consegna. Hanno perquisito ogni cosa, gli armadi, i cassetti, hanno frugato tra la biancheria, tra le posate, ovunque. E per finire hanno ispezionato due automobili sgangherate, la sua e quella di suo marito, e il vecchio camper.

Quello che si trova sul blog Savona e Ponente

Perchè? Cosa ha fatto Valeria? Stava mettendo in piedi una pericolosa cellula terroristica? Traffico di armi? Forse addirittura un giro di prostituzione minorile? No, per quello avrebbero dovuto passare dalla richiesta di autorizzazione a procedere che il Parlamento avrebbe certamente negato. Molto più banalmente, Valeria voleva uccidere Berlusconi.

Ha fatto bene dunque la Procura di Bologna? Certo. Così come avrebbe dovuto perquisire e sequestrare i blog, i computer, le redazioni e tutte le edizioni che si occupano di satira, come pure le case dei registi, dei produttori, degli attori, magari anche le sale dei cinematografi e le tasche degli spettatori che hanno proiettato o guardato almeno una volta Shooting Silvio. Sì, perché l’articolo di Valeria, per quanto nel merito possa piacere o meno, era un evidente pezzo di satira, perfino classificato come tale nella categorizzazione della testata , che asseriva di avere le prove definive che Berlusconi era un alieno, insieme a La Russa, a Brunetta e alla Santanchè. Il che, lo ammetto, per l’estremo realismo del paragone deve avere tratto in inganno più di un magistrato.
Gli avvocati che hanno richiesto il sequestro di Savona & Ponente hanno fatto un collage di alcune frasi presenti nel testo, saltando accuratamente quelle dalle quali risultava che si trattava di semplice quanto evidente ironia. Ma è credibile che il giudice che ha disposto il sequestro della testata e dei computer di Valeria, ordinando a dieci uomini di cercare un’arma da fuoco in tutti i luoghi frequentati abitualmente dalla giornalista, ci abbia creduto senza neppure verificare con i propri occhi di cosa si sta parlando, magari facendo un paio di click dopo avere avviato una connessione internet? Chi paga per tutto questo dispendio di risorse pubbliche? Quanti mesi, forse anni, dovranno restare i computer di Valeria e di suo figlio, insieme a tutto il prezioso lavoro che contenevano, impilati uno sopra l’altro in archivi polverosi, trattati Dio solo sa come, senza neppure un sigillo a garantire che i dati non vengano manipolati ex post? Siamo sicuri che dietro l’atto non si celi la volontà di rendere indisponibili le inchieste di carattere ambientale portate avanti da Savona & Ponente, forse una delle poche testate ad occuparsi del termovalorizzatore di Savona?
E soprattutto: perché ancora nel 2011 per chiedere la rimozione di un singolo articolo ci sono magistrati che ordinano il sequestro di un intero blog o testata, rendendo così indisponibili ai cittadini centinaia, migliaia, forse anche decine di migliaia di informazioni non interessate dal provvedimento cautelativo?
Questa barbarie digitale deve finire. E’ necessaria una legge che porti un grado minimo di consapevolezza informatica nei palazzi del potere, e conseguentemente negli uffici dei magistrati. Altrimenti continueremo ad usare il cannone per sparare alle mosche.

Tratto da INDIPEDIA (clicca quì)














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